La tavoletta di legno infilata sotto la giuntura di un binario usurato dal quale si è staccato un pezzo di 23 centimetri di rotaia è uno degli elementi raccolti dai tecnici che lavorano all’inchiesta sull’incidente ferroviario di Pioltello dove il deragliamento del Regionale Trenord 10.453 ha causato 46 feriti e la morte di Ida Maddalena Milanesi, 61 anni, radioneurologa dell’Istituto Besta di Milano, Pierangela Tadini, 51enne residente a Misano di Gera D’Adda (Bergamo), e Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio.

È IN CORSO una perizia che dovrebbe accertare se la presenza di un simile supporto lungo i binari sia la dimostrazione di una manutenzione approssimativa che potrebbe essere stata una delle cause che hanno portato al disastro ferroviario che ha portato al deragliamento del treno partito da Cremona e diretto alla stazione di Porta Garibaldi a Milano.

GLI ACCERTAMENTI sono stati disposti dalla procuratrice aggiunta di Milano Tiziana Siciliano che, con i pm Leonardo Lesti e Maura Ripamonti, indaga per disastro ferroviario colposo. Sulla base delle relazioni, ancora da depositare, dei Vigili del Fuoco e della Polfer, e dall’analisi della strumentazione di bordo e la scatola nera del treno si dovrà capire il comportamento che ha tenuto fino al momento dell’incidente. Un video di una telecamera di servizio su un binario, acquisito dalla Procura, mostra il treno nella stazione di Pioltello e sembra che stia trascinando qualcosa che ha prodotto scintille e un denso fumo. Sono stati effettuati rilievi tramite una tecnica chiamata «fotogrammetria» che permette di produrre immagini in 3D del cosiddetto «punto zero», quello dove sono saltati i 23 centimetri di rotaia che probabilmente hanno causato il disastro. Una volta conclusi i rilievi i vagoni saranno rimossi dall’area e portati in un hangar. Ciò permetterà di riaprire completamente la circolazione sulla tratta Cremona-Milano. Tra domani e martedì dovrebbero essere inoltre formalizzate le iscrizioni nel registro degli indagati di manager e tecnici di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e di Trenord.

PER LA MANUTENZIONE dei binari, l’utilizzo «di spessori in legno non è previsto dalle normative tecniche e dai protocolli operativi – ha spiegato in una nota Rfi – Le attività manutentive devono essere eseguite secondo procedure e metodologie operative di lavoro codificate all’interno del Sistema di Gestione della Sicurezza, un complesso di regole interne emanate in accordo alla normativa tecnica di settore».

I RESPONSABILI hanno escluso che in questi casi si ricorra ancora al legno: «Un materiale che ha accompagnato la storia delle ferrovie fin dalla nascita, ma che è stato sostanzialmente abbandonato in Italia ed è limitato a pochissimi casi comunque codificati».

PER UMBERTO LEBRUTO, direttore della produzione di Rfi, il binario incriminato è stato rinnovato «cinque o sei anni fa». «Normalmente la rotaia si cambia ogni 20-25 anni» ha detto in un’intervista a Radio24. «L’11 gennaio siamo passati con la carrozza di diagnostica, con “Diamante”, non c’erano difetti importanti per cui occorreva fare degli interventi a stretto giro. Il giorno in cui è successo l’incidente, abbiamo reso disponibili alla polizia giudiziaria tutti i nostri piani di attività, hanno rilevato tutto ciò che avevamo pianificato, quindi adesso si tratta di capire e di leggere anche noi da parte centrale questi atti di cui ancora non siamo venuti in possesso».

IERI QUATTRO OPERATORI Rfi sono stati denunciati per violazione dei sigilli perché sono stati trovati , dal personale del Noif (Nucleo Operativo Incidenti ferroviari) nella zona posta sotto sequestro. «Gli operai, non avendo la percezione dei confini dell’area sequestrata, non visibilmente segnalati, li hanno superati inavvertitamente. In ogni caso, non hanno mai invaso luoghi recintate e non avevano volontà di superare i limiti imposti dalla magistratura» ha precisato Rfi.

OGGI dalle 9 alle 13 il sindacato Usb Lavoro privato ha annunciato uno sciopero di quattro ore sui treni in percorrenza a tutela dei lavoratori e dei passeggeri.