I treni Italo, quelli della Ntv di Luca di Montezemolo e Diego Della Valle, saranno pure veloci, puntuali e ormai pienamente «competitivi» rispetto alle Ferrovie dello Stato, ma stanno creando più di qualche problema a chi ci lavora dentro. Parliamo non di macchinisti e controllori, ma di operai che il cliente normalmente non vede, quelli che si occupano delle pulizie: alla stazione di Roma Ostiense un gruppo si è iscritto alla Cub per denunciare abusi, prepotenze e carichi insostenibili, perfino rischi alla salute e sicurezza. È stata interessata la prefettura, sono stati chiamati gli ispettori del ministero, sono state scritte lettere al sindaco Ignazio Marino e al governatore Nicola Zingaretti, è stata presentata un’interrogazione alla Camera (di Sel) al ministro Enrico Giovannini.

I lavoratori non sono dipendenti di Ntv, ma del potente gruppo cooperativo Manutencoop (sede a Bologna, 18 mila dipendenti), o meglio della sua controllata MfM (Manutencoop Facility Management), che ha preso la commessa delle pulizie di Italo. Manutencoop, peraltro, è ben addentro anche agli appalti pubblici, fornendo servizi ad amministrazioni e sanità (Roma Multiservizi, ad esempio, è al 51% di Ama-Comune di Roma e una grossa parte del restante 49% è di Manutencoop). E una cooperativa così legata al pubblico maltratta i dipendenti?

Cosa succede a questi lavoratori? Gli abusi e le minacce sembrano essere all’ordine del giorno. Ad esempio il sindacato racconta che al turno notturno, a causa di una serie di interruzioni programmate dell’elettricità, agli operai è stato imposto per diversi mesi un prolungamento da 5 (le ore da contratto) fino a 9 ore del turno, chiudendo i cancelli e impedendo l’uscita. Costringendoli a passare le ore di attesa in magazzini sporchi, senza sedie, non riscaldati, in compagnia dei topi. Molti di loro non hanno ancora ricevuto le buste paga relative a quei mesi, e così non possono neanche verificare le retribuzioni.

Ancora: se vuoi usufruire di un giorno di ferie, sei costretto a prenderne in realtà due. E lo stesso incredibilmente funziona anche per la malattia o i permessi per l’assistenza a parenti disabili. Essendo il turno notturno a cavallo dalle 21 alle 2, normalmente quando si chiede un giorno di ferie (o viene disposta la malattia dal dottore), in tutti i luoghi di lavoro avviene che per un giorno si intende l’intero turno, nonostante sia spalmato su due diversi giorni solari. Alla Manutencoop-Ntv, invece, succede che puoi assentarti solo dalle 21 alle 24, e alle 00,01 devi recarti al lavoro per rimanere fino alle 2 (senza contare le ore di straordinario spesso richieste, che certo in regime di malattia non saranno piacevoli).

Anche la salute e la sicurezza degli operai delle pulizie dei nostri Italo è ritenuta un valore pari a zero: se da un lato si lamenta il fatto che a molti non vengono forniti i giubbotti per difendersi dal freddo, dall’altro per quanto riguarda i guanti la dotazione è di quelli usa e getta, in lattice sottile, che si lacerano molto facilmente. Ora si deve sapere che questi lavoratori dovendo pulire (spesso a ranghi ridotti) un intero treno all’ora, devono vuotare velocemente i cestini tuffando le mani dentro e prelevando il contenuto. È accaduto che in due casi, due operai si siano punti con degli aghi da insulina: uno di loro è andato in ospedale e ha chiesto tutte le analisi del caso, per fortuna non ha contratto alcuna malattia. Ma per quanto ancora si può continuare così?

Gli organici sono inadeguati: «Dovrebbero esserci idealmente almeno 13 addetti per turno, visto che vengono chiesti 5 treni in 5 ore – dice Antonio Amoroso, della Cub – E ci è stato detto che al Nord le squadre in effetti prevedono quella cifra. Nel Lazio ci si ferma a 10 in organico, che spesso si riducono a 8 o a 5-6 per le assenze. In questo caso i carichi diventano ancora più pesanti: il contratto tra le due aziende viene scaricato sui lavoratori, che diventano come dei cottimisti pur essendo semplici dipendenti: dovranno comunque consegnare 5 treni in 5 ore».

La Cub, nonostante abbia il 50% della rappresentanza e una quindicina di iscritti su 30 persone, non è riconosciuta perché non firmataria di contratto: anzi, da quando è attiva, sono piovute ben 17 contestazioni disciplinari, tutte concentrate su 5 suoi iscritti.