La terra trema nel buio a Durazzo, sulla costa albanese. Ore 2 e 54 locali (3 e 54 in Italia): botta da 6.5 gradi sulla scala Richter. La luce va via, crollano i palazzi, l’asfalto si apre, qualcuno si riversa in strada, altri restano sotto gli edifici abbattuti. In mezzo tante scosse più piccole. In serata il conto è di 21 vittime, oltre 600 feriti e una cinquantina di persone estratte vive dalle macerie.

La sequenza sismica ha interessato tutta la penisola balcanica e il terremoto è stato avvertito anche lungo la costa italiana che si affaccia sull’Adriatico. Dopo il colpo iniziale, le repliche si sono contate nell’ordine di oltre un centinaio, alcune delle quali fortissime: 5.1 gradi alle 2 e 59, 5.3 alle 4 e 03, 5.4 alle 7 e 08, tutte tra Durazzo e Shijak. Poi, in Bosnia a una settantina di chilometri da Sarajevo, ancora uno schianto da 5.3 gradi alle 10 e 19. In mezzo tanti eventi meno intensi, ma che ogni volta che si sono manifestati hanno lasciato tutti quanti con il fiato sospeso.

Già lo scorso 21 settembre l’Albania aveva subito un terremoto da 5.8 gradi, ma, riferiscono le autorità locali, quello della notte scorsa è l’evento sismico peggiore dal 1979, quando, sempre nella stessa regione, una scossa da 6.9 gradi causò 136 vittime e oltre mille feriti.

A Durazzo i morti sono almeno dodici, e a venire giù sono stati diversi edifici, tra cui due alberghi (il Vila Palma in centro e un altro a ridosso della spiaggia) e un grattacielo di diciotto piani. La città costiera, negli ultimi anni, ha vissuto un vero e proprio boom edilizio dovuto alla grande crescita turistica, comparto economico che ormai ha superato la vecchia vocazione portuale.

ADESSO IL PANORAMA è un insieme di case sventrate, muri sbriciolati, interni domestici completamente esposti, polvere nell’aria. Le strade adesso sono piene di macerie, con gli uomini della Croce Rossa, della protezione civile europea e dell’esercito a cercare di mettere ordine del caos e a scavare tra i calcinacci alla ricerca di superstiti.

Scongiurato il rischio tsunami: l’allerta lanciata nella notte sia per le coste albanesi sia per quelle italiane è rientrata nel giro di poco tempo. La profondità dell’epicentro (tra i 10 e i 20 chilometri, dicono i geologi) ha evitato conseguenze ancora più drammatiche di quelle in atto e alla fine le onde sono state al massimo di cinque o sei centimetri più alte del normale.

«Il terremoto mi ha svegliato di soprassalto nel cuore della notte», racconta un ragazzo italiano che da qualche anno vive proprio a Durazzo per motivi di lavoro. «Avevo già sentito le scosse di settembre, ma questa volta è stata diversa, è durata tantissimo. Ho fatto in tempo a scendere in strada e ho visto l’asfalto muoversi sotto i miei piedi. Per fortuna il palazzo in cui vivo non è stato danneggiato, ma sembra che tanta gente qui abbia perso la casa».

Il governo albanese, in questo senso, ha fatto sapere che «nessuno trascorrerà l’inverno in tenda o a cielo aperto», e per questo sono già in corso trattative con gli alberghi di varie città per ospitare gli sfollati. La priorità, comunque, al momento riguarda la ricerca disperata di superstiti e il ricovero dei feriti, che si contano a centinaia e che sono stati sistemati per lo più negli ospedali di Durazzo e Tirana.

CINQUE CORPI sono stati estratti dalle macerie di Thumana. Il villaggio si trova a una ventina di chilometri da Tirana e qui si registrano danni enormi, sarebbero pochissime infatti le case che non sono state toccate dalla furia del terremoto. Un morto anche nel distretto di Kurbin, a nord di Durazzo, dove un uomo si è buttato dal balcone in preda al panico.

Gli sfollati sarebbero migliaia e al momento affollano delle tende di fortuna allestite in fretta e furia per lo più nei centri sportivi delle varie città coinvolte.

IL PREMIER ALBANESE Edi Rama si è recato sia a Durazzo sia a Thumana, dove ha visitato le tendopoli e ha incontrato alcuni sfollati. Poi, sulla sua pagina Facebook, ha cercato di fare il punto della situazione. «Le strutture statali sono al lavoro per salvare più vite possibile, i cittadini devono provare a mantenere la calma e sostenersi a vicenda – ha detto -. Ringrazio anche tutti gli amici dell’Albania che ci stanno aiutando i questi momenti difficili». In prima battuta sono intervenuti l’Italia, la Francia, la Turchia, la Grecia, l’Ue e gli Stati Uniti. Il governo italiano ha inviato già ieri mattina degli aerei con squadre di soccorso, mentre il governatore della Puglia Michele Emiliano ha messo a disposizione duecentocinquanta posti letto negli ospedali della sua regione, dirimpettaia di Durazzo, dall’altra parte dell’Adriatico. Attestati di solidarietà e vicinanza sono arrivati anche dalle regioni italiane colpite dai terremoti de 2016 e del 2017, mentre si moltiplicano le iniziative di solidarietà da parte di associazioni ed enti privati. Volontari arbereshe sono in partenza dal Molise.

Le ricerche tra le macerie sono andate avanti fino a tarda notte e si proseguirà ancora oggi, nel disperato tentativo di trovare gli ultimi superstiti, mentre la terra non smette di tremare.