Magnitudo 4.4. Alle 18.35 di ieri pomeriggio la scossa più forte di un lungo sciame sismico, partito nella serata di mercoledì e proseguito fino a ieri sera tardi, ha fatto tremare il territorio di confine tra Abruzzo e Lazio. Il terremoto si è sentito distintamente a Roma e anche a sud della Capitale fino a Napoli. Molta paura, diverse chiamate al 118, gente in strada ma danni quasi nulli e fortunatamente nessun ferito. L’epicentro è stato registrato alla profondità di 14 chilometri e a poca distanza da Balsorano, un paese in provincia dell’Aquila dove proprio le scosse di mercoledì sera avevano convinto la sindaca a tenere chiuse le scuole ieri mattina. Gli altri comuni più vicini all’epicentro sono tutti in territorio laziale nella provincia di Frosinone: Pescosolido, Sora e Campoli Appennino.

«Si tratta di una sequenza diversa da quella dell’Italia centrale, è un altro sistema di faglia, si trova più a sud, nella zona tirrenica», ha spiegato il sismologo dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato. Non c’è dunque un collegamento diretto con i terremoti dell’Aquila del 2009 e del 2012, ma quella di Sora è una zona sismicamente importante, all’interno dell’area rossa di massimo rischio. In prossimità dell’epicentro registrato ieri, nel 1654 c’è stato un terremoto stimato di magnitudo pari a 6.4. A nord e a sud sono avvenuti in passato altri forti terremoti, come quello del 1915 nella zona della Marsica e nel 1349 al confine tra Lazio e Molise. Ieri sera subito dopo la scossa principale i sismografi hanno tracciato una serie di scosse più piccole, fino a magnitudo 2.5.

Disagi limitati nei collegamenti. La circolazione ferroviaria tra Sulmona e Avezzano in Abruzzo e tra Ceprano e Cassino nel Lazio è stata sospesa per precauzione, mentre i treni ad Alta Velocità tra Roma e Napoli sono stati rallentati.