È tregua all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ma non c’è da stare tranquilli. I contratti verranno tutti prorogati per 45 giorni in attesa di definire i contenuti della convenzione con il ministero dell’ambiente. In attesa di definire i contenuti, i sindacati confederali (Flc.Cgil, Fir-Cisl e Uil-Rua) continuano la battaglia nei confronti del ministero e dell’approccio del ministro Galletti. Chiedono che l’Ispra, ente di ricerca fondamentale per lo studio e la tutela del patrimonio ambientale, sia un ente vigilato ma non controllato dal ministero. «L’Ispra – sostiene Angela Imperi, Coordinatrice nazionale Flc- Cgil Ispra – non è una sua direzione generale, non è subalterna politicamente al ministero, ma un ente autonomo. Non deve sottostare ai diktat del ministero».
Ieri la protesta dei ricercatori e tecnici dell’ente si era estesa anche alle sedi periferiche. Ad esempio a Palermo, dove l’istituto è stato occupato simbolicamente dai precari che hanno denunciato la difficoltà ad usare in modo adeguato le risorse provenienti da programmi di ricerca su fondi esterni. Mercoledì i ricercatori Ispra aderenti all’Unione Sindacale di Base (Usb) hanno occupato simbolicamente la sede nazionale dell’Udc, partito al quale appartiene il ministro Galletti. Hanno consegnato una lettera in cui si è chiesto un chiarimento sui contratti in scadenza al 31 dicembre e di stipulare la convenzione triennale prevista dallo statuto dell’Ispra. Su questo c’è stato l’impegno della sottosegretaria all’Ambiente, Silvia Velo (Pd) che ha confermato la prosecuzione della convenzione sulla Strategia Marina, sulla quale poggiano i 23 contratti precari. L’Ispra è coinvolta nell’istituzione del sistema nazionale di protezione ambientale con le agenzie regionali stabilite dalla legge sul consumo del suolo e sulle iniziative contro i rischi idrogeologici.