L’Ucraina ha bisogno di un comandante. Un militare capace di conoscere la guerra, gli anfratti psicologici dei soldati, quelli logistici e pratici, qualcuno che sappia cosa sia una guerra, perché di questo stiamo parlando, di una guerra. Da vincere. Sono le parole usate da Poroshenko al Parlamento di Kiev; il neo presidente getta la maschera e nomina un militare al ministero della difesa.

La tregua farsa è finita, ormai quasi non se ne parla più. Poroshenko prosegue nel suo lavoro di cesello, un giorno nomina un nuovo procuratore generale, per ripulire un po’ di vernice nazista dal suo team (il precedente era di Svoboda), un altro nomina un nuovo ministro della Difesa, in sostituzione di Mikhailo Koval. Il nuovo ministro è un generale, Valeriy Heletey, che secondo il presidente «lavorerà giorno e notte per riorganizzare il nostro esercito». Un messaggio chiaro del leader che la Ue ha salutato come messaggero di pace. L’agenzia di stampa Lapresse, ha riportato alcuni stralci del discorso di Poroshenko in Parlamento, dove forse sperava di non essere udito da Bruxelles. «Oggi – ha detto Poroshenko – inizia da zero la rinascita dell’esercito, un esercito in grado di combattere e vincere.L’ho visto durante incontri con soldati e ufficiali nelle zone delle operazioni antiterroristiche, un esercito che sa come difendere il suo popolo e il suo Paese ed è in grado di farlo».

Secondo l’Ap, ad un certo punto l’intervento del presidente sarebbe stato interrotto da una donna che ha gridato che soldati ucraini stanno uccidendo bambini, come confermato dalle notizie giunte ancora ieri dalle regioni orientali. «Non tollereremo nessun tentativo di umiliare e screditare il nostro esercito», ha risposto Poroshenko dopo un attimo di pausa.

L’agenzia di stampa ucraina Unian ha identificato la donna come deputata di un partito appoggiato dalla minoranza russofona. Insomma, la guerra continua ed è ormai l’unica soluzione possibile per la dirigenza ucraina, nonostante i tentativi di paventare nuovi ed elaborati piani di pace.

«C’è solo un po’ di nebbia che annuncia il sole, andiamo avanti tranquillamente», direbbe qualcuno, anche a costo di scontrare l’iceberg fatale, dato che nell’est la situazione peggiora di ora in ora. Ma il neo ministro della Difesa memore del discorso di investitura del suo mentore, il neo presidente Poroshenko, ha esordito in Parlamento con toni guerreggianti, assicurando il ritorno della Crimea alla patria ucraina.

O forse il neo ministro della Difesa di Kiev è memore di quella battaglia – ricordata ieri anche dal New York Times – della prima guerra mondiale a Makivka, di cui ricorre in questi giorni il centenario, che nel neo immaginario patriottico segna la nascita della «piccola Russia», ovvero l’Ucraina (e più specificamente sottolineò una divisione netta tra est e ovest del Paese). «L’Ucraina si riprenderà la Crimea», ha detto il neo ministro Valeriy Heletey. «Credetemi, ci sarà una parata della vittoria, ci sarà di sicuro, a Sebastapoli, in Ucraina». Ovazione dei deputati nazionalisti, che hanno ripreso fiato negli ultimi giorni.

E a est – intanto – gli scontri proseguono, ieri ci sarebberos stati altri morti tra i civili nell’Ucraina dell’est. Secondo la tv russa «Vesti 24», 12 persone sono state uccise in un attacco aereo nella notte nel villaggio di Staraia Kondrashiovka, vicino Lugansk. Anche la testata online ucraina «Ostrov» ha parlato di 12 morti. Tra queste ci sarebbe anche un bimbo di 5 anni, secondo l’ufficio stampa delle ferrovie locali.

Ieri ha parlato anche Putin, tornando sulla delicata questione ucraina, che tira in mezzo Mosca ormai da mesi. Secondo l’ufficio stampa del Cremlino, i leader di Francia, Germania e Russia «si sono pronunciati a favore di un ruolo più attivo dell’Osce per monitorare la situazione di conflitto» e hanno inoltre «valutato positivamente i risultati dell’incontro» di ieri «tra i ministri degli Esteri francese, tedesco, ucraino e russo e la dichiarazione congiunta da loro concordata». Putin, Merkel e Hollande – sempre stando alla presidenza russa – «hanno in particolare sottolineato l’importanza dei punti sulla necessità di un cessate il fuoco duraturo e sull’organizzazione della prossima seduta del gruppo di contatto non più tardi del 5 luglio».