È alla Fiat di Pomigliano che è cominciato l’attacco al lavoro. Da Roma in giù migliaia di storie di lotta, di fatica, di resistenza. Che non si fermeranno. Abbiamo raccolto tre storie dal corteo napoletano.

Alenia Aermacchi, con il «piano Moretti» 1.500 posti a rischio

Alenia Aaermacchi fa parte del gruppo Finmeccanica, il nuovo ad Moretti non ha presentato ancora il piano industriale. Per ora non si parla di dismissione ma di «deconsolidamento» cioè di tagli di spesa e organico. Cosa significa? Che dei tre stabilimenti campani solo Pomigliano regge, mentre quelli di Nola e di Napoli Capodichino sono a rischio chiusura. Si tratta di circa 1.500 posti di lavoro. Salvi per ora i siti del nord. Il settore è in crescita, si produce un aereo di successo come l’Atr ma è un progetto vecchio di 30 anni. Si sarebbe dovuto lavorare allo sviluppo di un nuovo vettore e invece si ragiona solo di riduzioni di spesa. «Di questo passo – racconta Rosario Muto – si arriverà alla dismissione totale».

L’acquisto di Indesit getta la Campania nel caos

Dello stabilimento Whirlpool di Napoli si discute dal 2001, quando venne avviato il contratto di programma Genesis, valore 77 milioni, che si è rischiato di perdere per i tempi della politica e burocrazia. Ci sono voluti 14 anni per arrivare alla costituzione di un distretto dove collocare produzione, fornitori, ricerca e sviluppo per la realizzazione di lavatrici a carica frontale. Quando finalmente il progetto parte, la multinazionale acquista l’Indesit che ha uno stabilimento nel casertano, sopravvissuto alla chiusura dell’altro gemello. «Per ora – raccontano gli operai – non abbiamo avuto comunicazioni ma il rischio è che torni tutto in discussione, a cominciare dai fornitori. Dove converrà averli adesso, a Napoli o a Caserta?».

Telespazio, così emigra l’alta ingegneria

Telespazio, una joint venture tra Finmeccanica e Thales, è tra i principali operatori al mondo nel campo dei servizi satellitari. La sede di Napoli ospita 33 tra ingegneri e fisici. Il 30 ottobre hanno ricevuto la comunicazione di trasferimento a Roma entro il primo dicembre. È un altro pezzo di ricerca che sparisce dall’area napoletana lasciando il deserto dietro di sé. Solo il 5 maggio avevano avuto rassicurazioni che il sito sarebbe stato salvato. Hanno provato a bussare alla porta del governatore campano e dell’assessore ma nessuno li ha ricevuti. Proprio come accade di solito con i lavoratori del progetto Bros o dell’Astir, addetti alle bonifiche. La regione non si occupa né di ingegneri né dei lavoratori dell’Ansaldo Breda a rischio dismissione né dei precari.