La Nato ha convocato un vertice straordinario tra 8 giorni, per discutere della guerra in Ucraina. Joe Biden sarà presente a Bruxelles il 24 marzo e parteciperà anche al prossimo Consiglio europeo che deve discutere di sanzioni e difesa europea, mentre oggi si riuniscono i ministri degli Esteri dei paesi dell’Alleanza. Ieri, grandi manovre diplomatiche, in tutte le direzioni da parte di diversi paesi Ue.

Tre primi ministri di paesi dell’est, il polacco Mateuz Morawiecki, il ceco Petr Fiala e lo sloveno Janez Jansa, si sono recati a Kyiv, per incontrare il presidente Volodymir Zelenski e il primo ministro Denys Shmyhal, per assicurare il «sostegno senza equivoci» della Ue e presentare il pacchetto di iniziative adottato dall’Europa. I tre primi ministri, secondo un comunicato del governo di Varsavia, affermano di agire «come rappresentanti del Consiglio europeo» e assicurano di aver organizzato il viaggio, a cui ha partecipato anche il leader del Pis, Jaroslaw Kaczynski, con il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. A Kyiv è anche andato il ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielius Landsbergis, per assicurare un «appoggio di ferro» all’Ucraina.

Arrivare al cessate-il-fuoco e al ritiro delle truppe russe in Ucraina rimane l’obiettivo principale della Ue. A Kyiv c’era ieri anche il commissario europeo all’ambiente, il lituano Virginijus Sinkevicius, che ha incontrato il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba. Domani, giovedì, il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, si collega a distanza con la commissione Affari esteri del Parlamento europeo. Ieri, c’è stata una telefonata tra Putin e il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, che ha chiesto al presidente russo di mettere fine alla «guerra fratricida», un cessate-il-fuoco immediato e l’accesso per gli umanitari.

L’Ucraina chiede più sanzioni per fermare l’aggressione, più mezzi per difenderci, più aiuti umanitari. Per Zelensky le sanzioni Ue finora approvate «non sono sufficienti». Ieri, è entrato in vigore il quarto «pacchetto». La Ue allunga la lista delle personalità russe sotto sanzione, ormai sono 877, con 62 entità economiche, la Gran Bretagna ha preso decisioni analoghe. Costruzione navale, meccanica, prodotti di lusso (auto, champagne ecc.) ferro, acciaio (è colpito un quarto dell’export russo), banche, energia, anche se il gas resta escluso per il momento. La Germania ha ottenuto di escludere dalle sanzioni anche l’alluminio, a Berlino il clima degli affari è in caduta libera. La Ue non ha per il momento accolto la richiesta di Zelensky di escludere tutta la flotta russa dai porti e tutte le banche dal sistema Swift. Invece, la Russia è ormai privata dei vantaggi della «nazione più favorita» alle Wto. La Russia si isola: ieri ha comunicato l’uscita dal Consiglio d’Europa, l’istituzione per i diritti umani fondata dopo la seconda guerra, che riunisce 47 paesi. Mosca accusa il Consiglio d’Europa di essere «al servizio dell’espansione militare, politica, economica verso est».

Ieri, Emmanuel Macron, che prevede a breve una nuova telefonata con Putin, ha offerto protezione e l’asilo a Marina Ovsyannikova, la giornalista russa che ha denunciato la guerra, ieri condannata a una multa, ma che rischia una più pesante sentenza al penale. «Avvieremo passi diplomatici per offrire protezione all’ambasciata o con l’asilo», ha detto Macron, che visitava un centro di accoglienza di rifugiati ucraini, in Seine et Loire, dove ha ribadito, in seguito a una domanda sulla no fly zone in Ucraina: «abbiamo fatto la scelta di non fare la guerra alla Russia». Macron ha anche giustificato la vendita di materiale militare alla Russia fino al 2020, «conforme al diritto internazionale», mentre i contratti non conformi» (come la portaelicotteri Mistral) sono stati annullati.