Jazzisti di prima classe – certo – ma dentro l’anima è a volte pop, rock con predilezione progressive e classico. Insomma, Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino, rispettivamente pianista, contrabbassista e batterista, sono musicisti a tutto tondo e insieme sono anche il vero motore ritmico dei progetti musicali di Mina, in particolare sugli album acustici che dal 1996 ad oggi la signora regala ai fan. Nel 2018 – complici gli omaggi per i quarant’anni dalle ultime serate alla Bussola della tigre – il trio ha tenuto un concerto a Cremona di riletture in chiave jazz dei suoi pezzi. Un incontro così riuscito che lo scorso anno – mentre erano a Lugano per lavorare sul progetto Mina/Fossati – Massimiliano Pani, figlio e produttore della cantante cremonese, gli ha chiesto a bruciapelo: «Ma perché non incidete un album di brani di Mina scelti da voi?». Detto fatto: quel progetto è diventato un disco, registrato in due giornate rigorosamente dal vivo negli studi Pdu di Lugano, prodotto dallo stesso Pani e con lo sguardo benevolente dell’illustre assente.
Tre per una – il titolo che richiama scherzosamente Dumas e i suoi moschettieri – si è evoluto in un evento live – presentato a Roma alla Casa del jazz nell’ambito della rassegna i Concerti nel Parco (10 luglio-3 agosto), dove Pani si è ritagliato uno spazio per aneddoti e storie intorno a Mina e i tre musicisti. Un assemblaggio di ricordi dal passato, quando gli show tv erano scintillanti contenitori con il meglio della scena, immagini di Mina e qualche estratto dal documentario girato nel gennaio del 2001 che mostra proprio i tre in sala con la cantante e Gianni Ferrio, il grande maestro scomparso a cui viene dedicato il bis finale.

Massimiliano Pani, foto di Gianni Minchio

«LAVORARE con lei – spiega il trio in pausa prove – mette sicurezza, ha le idee chiare, ti dice cosa vuole e fare e poi ti dà carta bianca». Ma è anche esigente: «Vero – aggiunge Moriconi – spesso fa delle variazioni durante le esecuzioni. Su La lontananza (da Sconcerto, omaggio a Modugno, 2001) a un certo punto ci chiede ’andate un tono sopra’ e poco dopo ‘e ora tornate indietro’. Nel disco è rimasto quel take, perfetto perché Mina ha un approccio totalmente jazzistico che applica a un repertorio che jazz non è. «È stupefacente – aggiunge Pani – anche perché questi progetti vengono realizzati con loro, artisti di una sensibilità rara. E la cosa affascinante è che non vengono a Lugano per fare un disco a tema: uno di ballad jazz, l’altro di canzoni napoletane, bolero, rock. No, in una settimana suonano un pezzo funk, uno big band, uno pop e electro. Per essere in grado di affrontare repertori così eterogenei devi avere una profonda cultura musicale, un’intelligenza e un’apertura mentale che non tutti i jazzisti e i musicisti hanno. Mina li ha scoperti giovanissimi: Danilo quando ha registrato Finalmente ho conosciuto il conte Dracula (1985) aveva 21 anni. Durante le giornate di preparazione del disco per la maggior del tempo abbiamo riso e scherzato, ma quando suonavano era concentrazione assoluta e alta professionalità».

LA SCALETTA dello show spazia dal lontano 1959 di Tintarella di luna fino ai successi in coppia con Celentano. In mezzo gli evergreen di Non credere, E se domani, un medley battistiano e in chiusura La banda di Chico Buarque che Mina portò al successo nel 1968 con un visionario testo di Amurri.

ESECUZIONI in cui – paradossalmente vista l’assenza della voce – si coglie ancor più il senso di molte produzioni «live in studio» di Mina, giocate sul divertimento e il rigore, l’improvvisazione e la nota d’autore, ma rivestiti di grande classe. «Abbiamo scelto – aggiunge Rea – i brani dei grandi compositori italiani dei ’60 e ’70, che hanno caratterizzato la prima parte della carriera di Mina. Canzoni che lei ha immediamente fatto sue perché lei quando canta un pezzo se ne impossessa subito».
Si parte da una suggestione sonora, il riff che rende immediatamente riconoscibile la canzone, ma spesso è pura improvvisazione jazzistica: «Altrimenti – spiega Golino – si corre il rischio di suonare tutti i pezzi allo stesso modo, comunque è tutto molto estemporaneo». Prossima data del progetto Tre per una, il 17 agosto a Tagliacozzo.