Cosa sia successo i colleghi degli operai coinvolti nell’incidente non riescono a spiegarselo. «Non abbiamo sentito nessun odore particolare, in quella vasca si scende per operazioni di routine» racconta Pasquale, uno dei lavoratori della Lamina. «Forse stavano facendo manutenzione o pulizia, ma non usiamo sostanze tossiche».

L’AZIENDA si trova nel quartiere Greco di Milano, a nord della città, un tempo zona operaia e di fabbriche. La Lamina è un’azienda che si occupa della laminazione a freddo di nastri di alta precisione in acciaio e titanio. L’incidente è avvenuto poco prima delle 17. Sei operai sono stati ritrovati incoscienti sul fondo di una vasca, un forno per la laminazione posizionato due metri sotto terra. Uno dei lavoratori ci racconta che si scende con una scaletta, «sono quattro o cinque scalini».

COSA PUÒ essere successo? «Due operai sono entrati e non uscivano» racconta «si sono sentiti male e altri due colleghi sono scesi a vedere cosa stesse succedendo. Sono stati male anche loro e poi è toccato ad altri due». Non è chiaro se stessero facendo lavori di manutenzione o pulizia. I lavoratori erano all’interno di uno dei forni utilizzati per scaldare le lastre metalliche. Sono forni solitamente alimentati con azoto e metano tramite tubi a pressione.

POTREBBE esserci stata una fuga di metano, la pressione avrebbe riempito e saturato il forno con la sostanza inodore. Sui forni dovrebbe essere in funzione un allarme che si attiva in caso di fughe o malfunzionamenti, ma nessuno l’ha sentito suonare.

«NON HO SENTITO nessun odore, ma io non sono addetto a pulire e non so se stavano pulendo la vasca o no» dice ancora Pasquale. «Non sappiamo cosa possa essere successo, noi qui non usiamo sostanze tossiche o pericolose e non so dirti con precisione perché erano lì». Racconta che durante l’estate è stata fatta la manutenzione degli impianti. «La manutenzione dei forni e delle macchine. Qui non ci sono mai stati problemi di sicurezza» dice un altro collega.

RICOVERATI in codice rosso agli ospedali Sacco di Milano, al San Raffaele e a Monza, nel momento in cui scriviamo tre lavoratori sono deceduti, uno è ricoverato in gravissime condizioni, due sono fuori pericolo. Due delle vittime avevano 57 e 60 anni. Si è sentito male anche il capo squadra dei vigili del fuoco entrato per i soccorsi: una lieve intossicazione, anche lui è stato trasportato in codice giallo all’ospedale Niguarda per accertamenti.

SE SIA STATO IL METANO o un’altra sostanza a uccidere i lavoratori lo dirà l’autopsia, le indagini dovranno chiarire cause e responsabilità. I lavoratori coinvolti nell’incidente sarebbero tutti dipendenti della Lamina che impiega una quindicina di operai e una decina di impiegati.

QUESTA MATTINA la Fiom Cgil di Milano sarà fuori dal cancello dell’azienda per un’assemblea con i lavoratori. «Chiediamo di accertare quanto successo nel più breve tempo possibile e se necessario ci costituiremo parte civile» dice Roberta Turi, segretaria generale Fiom Milano. «Questa mattina decideremo eventuali altre azioni sindacali. Anche a Milano c’è stato un aumento di infortuni e morti sul lavoro» dice Turi «C’è stato un aumento della produzione e c’è un po’ più di lavoro rispetto agli anni scorsi, ma quello che non si è fatto sulla sicurezza ora viene a galla. Si torna a lavorare in condizioni meno sicure di prima. Anche i servizi ispettivi sono in difficoltà a causa dei tagli degli ultimi anni».

ANCHE LA CGIL e la Fiom Nazionale hanno chiesto in una nota «che gli organi competenti possano, nel più breve tempo possibile, ricostruire la dinamica di quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità. È indubbio che la tragicità dell’evento non possa non porre grandi interrogativi sul rispetto delle misure di sicurezza previste per il tipo di lavorazione».

NEI PRIMI SETTE MESI del 2017 incidenti e morti sul lavoro sono aumentati in Italia rispettivamente dell’1,3 e del 5,2 per cento.