Il futuro di Alitalia è sempre più nebuloso. Se era ormai chiaro che nessuno vuole tratare con un governo dimissionario – ieri a sorpresa è stato rispettata la scadenza per presentare le offerte di acquisto. E la novità negativa è che anche Easyjet ha specificato di essere interessata solo ed esclusivamente ad una «Alitalia ristrutturata». Stessa cosa aveva fatto – e ieri ha ribadito – Lufthansa.
Mistero invece sulla terza offerta arrivata: probabilmente si tratta del fondo americano Cerberus (che starebbe anche in cordata con EasyJet) oppure Ryanair, interessata però solo a rotte e parte degli aerei, oppure infine l’altra low cost ungherese WizzAir interessata al «breve e medio raggio».
In una nota ufficiale EasyJet ha messo in chiaro che «vista la mancata certezza della transazione» per l’instabilità politica «il contenuto della manifestazione d’interesse resta riservato». EasyJet, che dovrebbe presentarsi in cordata con Air France-Klm e Delta precisa che «fornirà ulteriori dettagli al momento opportuno».
In sintesi i pretendenti della nostra ex compagnia di bandiera sono sulla stessa frequenza: siamo interessati ad Alitalia solo riducendo gli attuali 10mila dipendenti. L’alternativa a comprare dopo che qualcuno avrà ristrutturato è la più semplice: il classico spezzatino in cui i due litiganti si dividono la parte migliore di Alitalia: le rotte, gli aerei, i piloti lasciando per strada migliaia di lavoratori.
Oggi i tre commissari (Paleari, Gubitosi e Laghi) faranno il punto coi ministri Calenda e Delrio. Quasi scontato che arrivi un decreto – in raccordo con tutte le forze politiche – per allungare i tempi del commissariamento e della scelta del partner. Ma da ieri lo spezzatino è una quasi certezza, la vendita intera è una chimera.