In volo di venti metri. Dall’ottavo piano di una palazzo in ristrutturazione e consolidamento a piazza Ludovico Cervia, nel quartiere di Vigna Murata, Roma Sud.

Sono morti così due operai, P. P. di 29 e S. F. di 52 anni, entrambi di Roma, mentre stavano tagliando una trave di cemento armato. Tutta la palazzina era coperta da teloni protettivi che non hanno potuto però impedire il salto nel vuoto e l’impatto fatale a terra.

I RISCONTRI DEI VIGILI DEL FUOCO accorsi sul luogo hanno subito stabilito che entrambi gli operai erano imbragati. Le due vittime erano lavoratori regolari e quando è avvenuto l’incidente stavano tagliano una trave di cemento che poi sarebbe stata rinforzata con cemento armato per dare maggiore stabilità a tutta la struttura.
Nel fascicolo aperto dalla procura di Roma con il pm Francesco Minisci che ha subito effettuato un sopralluogo si procede per l’ipotesi di omicidio colposo. Con l’indagine i magistrati puntano a verificare se nel cantiere venivano rispettate le misure di sicurezza.
I sindacati confermano però che il cantiere era seguito e che il livello di sicurezza per i pochi operai presenti era buono.

La Fillea Cgil Roma si stringe «alle famiglie degli operai, entrambi iscritti al nostro sindacato» a cui promette «tutte le azioni necessarie per accertare le responsabilità di quanto accaduto. Al momento sappiamo che i due operai hanno perso la vita mentre effettuavano un lavoro che richiede una formazione professionale specializzata motivo per il quale verificheremo se entrambi fossero abilitati a quel tipo di mansione».

Più in generale infatti «in questi mesi – denuncia la Fillea Cgil Roma – c’è stata molta attenzione sul tema della diffusione del Covid-19 nei luoghi di lavoro, mentre la riapertura ha dimostrato quanto denunciamo da anni, ovvero che su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro si è deciso solo di disinvestire. Da quando le attività hanno ripreso a pieno ritmo sono tornati ad aumentare infortuni e incidenti mortali, calati nei mesi di marzo e aprile solo per effetto del lockdown. Solo nelle ultime settimane nei cantieri edili del Lazio hanno perso la vita quattro operai».

UNA DENUNCIA CONFERMATA dai molti casi di questi giorni in tutta Italia. La giornata di ieri è stata funestata da un’altro incidente sul lavoro, questa volta in Liguria: un operaio di 54 anni della ditta Cairo Montenotte è rimasto schiacciato da un peso mentre era impegnato in alcune lavorazioni per la ristrutturazione industriale dell’area Tirreno Power di Savona. L’uomo, insieme a colleghi che hanno poi lanciato l’allarme, stava effettuando la manutenzione a uno dei sistemi refrigeranti che non era in funzione, quando è stato colpito al torace. L’urto è stato violento e fatale.

Nell’ultima settimana sono ben sette gli operai morti. Lo scorso 13 luglio aveva perso la vita a Gricignano d’Aversa, nel Casertano, un operaio di 54 anni, Ciro Barile, dipendente di un’azienda di trasporti, mentre stava effettuando operazioni di carico di un camion rimanendo incastrato tra il portellone posteriore del mezzo e la pedana idraulica mobile.

Il 15 luglio un operaio di 24 anni è morto schiacciato da una pressa all’interno di un prosciuttificio di San Daniele del Friuli (Udine).

Giovedì 16 luglio invece altro edile morto in un incidente sul lavoro all’ospedale di Cremona, nel cantiere del bunker che ospiterà il nuovo acceleratore lineare: un operaio sessantenne è rimasto schiacciato dal materiale presente nel cantiere.

Venerdì 17 luglio un operaio di 23 anni è morto travolto dal carico in legno di un muletto in un’azienda a Bitonto (Bari), un capannone dove erano depositati colli di materiale legnoso.

SECONDO L’INAIL CON LA FINE del lockdown il fenomeno è tornato tristemente a presentarsi: nei primi cinque mesi ci sono stati 432 morti sul lavoro, 41 in più che nello stesso periodo del 2019, pari ad un più 10,5%.
E proprio il presidente Franco Bettoni, presentando la scorsa settimana la relazione annuale aveva avvisato che bisogna fare di più spiegando che «serve un cambio di passo». L’Inail, infatti, spinge per allargare a tutti i lavoratori le sue tutele visto che oggi ne restano fuori 3,5 milioni.