Rush finale per la raccolta delle firme in calce alle richieste di otto referendum promossi dall’associazione «Possibile» di Pippo Civati. Da ieri, e fino a fino a domenica sera, si aprono i banchetti in centinaia di piazza, l’elenco è sul sito referendum.possibile.com.
«Mentre il governo cerca e trova deputati e senatori, in una maggioranza che tiene dentro tutto di tutto, noi cerchiamo gli elettori, per farli tornare protagonisti – ha scritto ieri Civati. Chiediamo solo di firmarsi, di chiedere con il loro nome e cognome di tornare a votare. Sulle cose, peraltro, e non per questo o quel partito. Nonostante il silenzio mediatico abbastanza imbarazzante, l’obiettivo è raggiungibile. E la sfida è possibile».contro il jobs cat (due quesiti). Gli otto referendum sono per abolire la legge elettorale Italicum, in tutto o sui capilista pluri-bloccati (due quesiti), contro le trivellazioni (due quesiti, su questo argomento il referendum è certo perché è pronta la richiesta di cinque e più consigli regionali), per superare la logica delle grandi opere, contro il jobs act (due quesiti), contro il preside-manager della buona scuola.
Appena dieci giorni fa l’obiettivo delle 500mila firma da portare in Cassazione entro il 30 settembre (condizione indispensabile perché i referendum, se ammessi dalla Consulta, si possano tenere nel 2016) sembrava lontano. Ma nelle ultime ore c’è ottimismo tra i promotori. «Siamo alla stretta finale e ad un crescendo rossiniano perché ogni giorno che passa raccogliamo sempre più firme», ha detto ieri Civati impegnato per la conclusione della campagna in Calabria.