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Eleonora Forenza, eurodeputata de L’Altra Europa con Tsipras, gruppo Gue/Ngl al parlamento europeo, da tempo è impegnata a rendere noti e chiari i motivi del dissenso popolare su tutto quanto ruota intorno alle negoziazioni del Ttip.

L’impegno di Forenza e di tanti altri attivisti è duplice, perché il Ttip, come ben noto, è avvolto nella totale segretezza.

Da un lato quindi c’è la necessità di rendere evidenti i punti nodali e fondamentali dell’accordo, dall’altro c’è l’esigenza di motivare un «no» che non è ideologico, quanto basato su studi e rapporti che mettono in evidenza i lati negativi di un eventuale accordo.

Come sottolineato proprio sulle pagine de il manifesto, il trattato finirà per aumentare i rischi per la salute alimentare e – come dimostrano diversi studi di impatto (tra cui quello di Jeronim Capaldo) – causerebbe la perdita di circa 600mila posti di lavoro in Europa (mentre studi citati dall’ambasciatore americano presso l’Unione europea sosterrebbero un aumento di 30 mila posti di lavoro) e finirebbe per lasciare ancora più ampio spazio di manovra alle lobby e alle grandi multinazionali, specie quelle americane.

Oggi, sabato 17 ottobre, a Bruxelles ci sarà una grande manifestazione tanto contro il Ttip, quanto contro le politiche di austerity dell’Unione europea.

Partiamo dalle mobilitazioni di questi giorni. In questi giorni il Parlamento europeo è stato letteralmente blindato per le manifestazioni…

C’è stato un comportamento assurdo della polizia belga. Abbiamo assistito alla rappresentazione plastica di cosa intendiamo quando parliamo della fortezza europea, con tanto di filo spinato. Sono state arrestate 40 persone spagnole; ho cercato di intervenire e sono stata più volte respinta e strattonata dalla polizia. L’elemento politico di queste giornate è la conferma dell’Europa come terreno di lotta per i movimenti.

Si tratta di proteste che non si limitano solo a contestare il Ttip.

Gli ambiti sono diversi: il trattato con gli Usa, che comporterebbe una deregolamentazione totale del commercio, proterstiamo anche contro le politiche di austerity e contro il concetto di «fortezza Europa». Il senso di questa tra giorni è che si sia tornati a ragionare su una dimensione europea dei conflitti e dei movimenti, tornando ad avere un peso politico, in mancanza di una risposta forte dei movimenti in circostanze precedenti come ad esempio è capitato durante la crisi greca.

Sul Ttip in particolare quali sono a tuo modo di vedere i punti di maggior criticità.

C’è innanzitutto la questione della gestione dei dati che dipende molto dal versante americano e sul quale gli Usa non intendono fare concessioni. Dal punto di vista dei movimenti c’è poi il fatto che il tema dei diritti umani finisce per impattare in modo decisivo sul trattato di commercio; è evidente che il lavoro sul Ttip non va in questa direzione. Ci sono poi gli studi di impatto che dimostrano come la crescita garantita dall’accordo sarebbe irrilevante e come questo trattato finirà per svuotare completamente gli stati dei poteri democratici.