Da oggi al 14 aprile 2019, alla fabbrica recuperata RiMaflow a Trezzano sul Naviglio (MI), si terrà il terzo incontro euromediterraneo dell’economia delle lavoratrici e dei lavoratori. Il primo incontro internazionale si è tenuto nel 2007 in Argentina e ha riunito lavoratori di fabbriche e collettivi di lavoro, attivisti sociali e politici, sindacalisti e accademici. Il primo incontro europeo si è svolto invece a gennaio/febbraio 2014 nell’impianto di infusione di tè e infusione di Fralib, vicino a Marsiglia, all’epoca occupata ed il secondo (euro-mediterraneo) nell’ottobre 2016 nella fabbrica recuperata VioMe a Salonicco. Hanno partecipato a questi incontri i lavoratori delle fabbriche occupate o recuperate in Bosnia, Croazia, Italia, Francia, Grecia e Turchia.

Le fabbriche recuperate e i collettivi di lavoro sono atti di resistenza alla svalutazione della forza lavoro e alla distruzione di strutture produttive. Una risposta alla disoccupazione e all’emarginazione. Allo stesso tempo danno forma a un’altra economia, un’alternativa al modello di produzione capitalista: un’economia “operaia” basata sull’autogestione e volta a difendere gli interessi di coloro che vivono del loro lavoro. Queste esperienze sono rappresentate dalle fabbriche recuperate, dalle fattorie autogestite, da certe cooperative, dalle forme di economia collaborativa e dalle lotte per l’auto-organizzazione del lavoro e l’autogestione dell’economia.

Il terzo incontro euromediterraneo si terrà quindi in Italia, nella fabbrica RiMaflow, in collaborazione con la rete FuoriMercato-Autogestione in movimento – entrambi laboratori di sperimentazione sociale e resistenza basati sulla solidarietà, sul mutualismo, sulle relazioni tra lavoratori urbani e rurali e iniziative sociali ed ecologiche. Sulla base di queste esperienze italiane, il Terzo Incontro ha deciso di aprirsi più ampiamente al mondo rurale e all’agroecologia.

Questo terzo incontro cercherà quindi di mettere a fuoco i temi del lavoro autogestito, delle imprese recuperate, delle fattorie autogestite e delle collettività operaie: i loro problemi, le opportunità e le sfide che devono affrontare nella loro interazione con il mercato nel contesto della crisi globale del capitalismo. Temi che avranno uno specifico focus riguardo il lavoro rurale e l’agro-ecologia, a partire dalla costruzione di più forti e solidali relazioni tra lavoratori rurali e urbani, dell’elaborazione di metodi di produzione rispettosi dell’ambiente e di nuove relazioni sociali e scambi.

In questo senso si pone la questione del “mutualismo conflittuale”: solidarietà e cooperazione non solo per migliorare le condizioni sociali, ma anche per poter resistere e avere maggiore forza nel conflitto sociale più generale. Con una forte attenzione alle soggettività che attraversano il conflitto, per superare le disuguaglianze razziali, sociali e di genere e affrontare il problema della riproduzione sociale; superando le frontiere e costruendo nuovi collegamenti nell’area euromediterranea.

Questo movimento pone inequivocabilmente le seguenti domande: cosa produciamo? Come produciamo? Per chi produciamo? Attraverso processi orizzontali, la società nel suo insieme può essere coinvolta nella produzione e distribuzione della ricchezza. Pertanto, la democrazia diretta, il controllo dei lavoratori, il controllo sociale e l’autogestione cessano di essere concetti astratti per diventare strumenti per riconquistare la nostra dignità, preservare i nostri mezzi di sostentamento e creare relazioni economiche e sociali. Diverse.