Tre fratelli, tutti maschi, un paio d’anni di differenza ciascuno. Il primogenito è quello prestante, il secondogenito quello intelligente, il terzo e ultimo è quello spiritoso. Da bambini erano una bella banda: in campagna ne combinavano di tutti i colori, tutti per uno, uno per tutti, non si sono mai traditi, tre fratelli contro il mondo. Crescendo le cose si sono complicate: il piccolo è rimasto a casa con la mamma alla morte del padre, gli altri due sono partiti alla ventura.
Con più o meno successi tornano a casa ogni festa comandata a fare il resoconto delle possibilità che gli si stanno sempre, lì lì, per spalancare davanti.

Una cosa hanno imparato bene, lontani dalla famiglia: a dire bugie. Va tutto bene fino all’arrivo di un vero oggetto del contendere: una donna. Le ragioni per cui a due fratelli possa piacere la stessa donna possono essere molteplici: gli ricorda la Madre, è opposta alla Madre, vuole diventare madre, parla male della sua stessa madre… Prima di Anita Rosario e Gregorio andavano d’amore e d’accordo nella nullafacenza. Dopo, nulla è più come prima. Cominciano a mentirsi a vicenda, fanno a gara a chi le fa doni più sontuosi, lodi più appropriate, proposte più indecenti.

Una sola la ragione per cui Anita si ritrova a desiderarne uno più dell’altro: una lettera della Madre di entrambi (come fosse entrata in possesso dell’indirizzo non si seppe mai) che le esplica nero su bianco, uno dopo l’altro, i pregi e i difetti dei suoi bambini privilegiandone uno, in possesso del pregio migliore che si possa rinvenire in un essere umano: la bontà. La prima volta che l’ultimogenito Ferruccio, su forte pressione della Madre, si spinge in città in visita ai due fratelli maggiori subito conosce Anita e subitaneamente i due si innamorano, come un lampo in un cielo assolato, senza tuono a seguire. Tant’è che lei, in meno di una settimana, scappa a sposare il minore dei fratelli, quello spiritoso e buono, per amore. In città tutto comincia ad andare a rotoli.

Gregorio e Rosario si insultano, si addossano la colpa reciprocamente, tra una ubriacatura e l’altra non si capacitano dell’accaduto, della velocità con cui è accaduto sotto ai loro occhi tonti. Non sanno cosa pensare e nel frattempo bevono, non studiano e bevono, perdono tempo e bevono, spendono denaro bevendo. Alla fine dei soldi i due si instradarono alla volta di casa. Le cose sono cambiate. La coppia di sposini novelli ha spodestato la Madre dalla stanza padronale, relegandola vicino alla cucina. Anita è già incinta, la Madre già prona nei confronti della fertile nuora.

I due fratelli non sono ben graditi ma, senza soldi abilità referenze né titoli di studio, solo lì a ricasco possono stare.
La Madre si infuria come mai e pretende le spese di vitto e alloggio. Gregorio va dal suo professore di liceo che sempre lo aveva spronato per il suo acume. Il vecchio gli propone un lavoretto a scuola, una sorta di bidello portiere, che l’uomo, senza scelta, accetta. Rosario ricontatta una ex amante facoltosa chiedendole un prestito. La donna lo usa per il suo piacere e poi lo butta fuori a mani vuote. I due fratelli scavezzacollo in paese tornano a essere quello che sono: due poverelli. La Madre è troppo presa dall’arrivo di un erede per occuparsi di loro. Ferruccio, buono come il pane, è asservito alle due donne.

Ma quando, allo scoccare dei nove mesi, si rompono le acque cambia di nuovo tutto, come in una ruota delle meraviglie da Lunapark che gira alla rovescia. Anita muore di parto, la Madre, lì presente in vece del figlio, ha un fulmineo attacco di cuore, unica superstite la neonata, quattro chili e otto per cinquantuno centimetri di pupa a cui viene dato il nome della nonna che mai conoscerà : Filomena. I tre fratelli, di nuovo riuniti, il primogenito prestante, il secondogenito intelligente, il terzo e ultimo genito spiritoso, si ritrovano così a crescere una figlia per tre.

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