Yuri Dmitriev, il direttore della sede della Carelia di Memorial (l’istituzione moscovita celebre in tutto il mondo per la ricerca e lo studio delle repressioni politiche in Urss che ha raccolto biografie di oltre quattro milioni di condannati al Gulag), è stato condannato ieri a tre anni e mezzo di prigione senza la condizionale per abusi sessuali nei confronti della figlia adottiva.

LO STORICO ERA STATO assolto per lo stesso reato due anni fa, ma la magistratura russa è voluta tornare alla carica malgrado fosse evidente che foto della bimba nuda erano state necessarie al fine di curare alcune sue malformazioni fisiche.

Non è servito neppure un appello per la sua liberazione redatto dai premi Nobel Gerta Müller e Svetlana Aleksievich e firmato da centinaia di intellettuali di tutto il mondo tra cui Noam Chomsky.

Dmitriev è famoso per aver scoperto nel 1997 fosse comuni di cittadini sovietici nella foresta di Sandarmokh in Carelia e di averne pervicacemente ricostruito le biografie. Qui oltre 9mila persone di 58 nazionalità diverse furono fucilate e sepolte in 236 fosse comuni durante il Grande terrore staliniano quando in 14 mesi, tra il 1937 e il 1938, furono passate per le armi centinaia di migliaia di oppositori.

Un migliaio di vittime provenivano dalla prigione Solovki nel Mar Bianco. Nel tempo è venuto alla luce che le chiatte che le trasportavano fossero state affondate deliberatamente, facendo annegare tutti i prigionieri a bordo.

OGGI SANDARMOKH è oggetto di pellegrinaggio da tutta Europa e dal 1998 ogni 5 agosto qui si svolge la giornata internazionale della memoria delle repressioni. Per questo molti osservatori hanno visto nella condanna di Dmitriev una feroce vendetta di un regime che sempre più veste i panni autoritari del nazionalismo russo.