A un mese dalle elezioni municipali (15 e 22 marzo) nei 36mila comuni di Francia, l’abbandono della corsa da parte del candidato della République en Marche (Lrem) a sindaco di Parigi sta scuotendo il mondo politico. Benjamin Griveaux, 42 anni, sposato con tre figli, ex socialista vicino a Dominique Strauss-Kahn ed ex ministro di Macron (è stato anche portavoce del governo) ha dato le dimissioni in seguito alla diffusione di un video compromettente, un dick pic che l’ex candidato non ha smentito. «Un sito Internet e delle reti sociali hanno diffuso attacchi ignobili che mettono in causa la mia vita privata – ha spiegato – la mia famiglia non merita questo, nessuno, davvero, dovrebbe mai subire una tale violenza».

Adesso Lrem deve trovare in fretta un nuovo nome, ma la campagna del partito di maggioranza era già in difficoltà a Parigi, città dove la formazione di Macron aveva peraltro raccolto molti voti alle ultime elezioni (legislative e europee): la speranza di poter strappare la carica di sindaco alla socialista Anne Hidalgo sembrava una missione impossibile per Griveaux, poco popolare e confuso nelle proposte, che aveva di fronte anche un dissidente uscito dalla stessa Lrem, il matematico Cédric Villani, mentre la destra dei Républicains (Lr) accenna un’uscita dalla crisi profonda in cui è caduta, con la candidata Rachida Dati salita al secondo posto, stando ai sondaggi, per sfidare la sindaca Ps uscente.

Le modalità del dick pic e della sua diffusione aggiungono confusione: all’origine c’è un artista performer russo, Piotr Pavleski, rifugiato politico in Francia, già condannato per aver tentato di dare fuoco all’entrata della Banque de France nel 2017 e ricercato per rissa, in Russia è accusato di molestie sessuali e multato per varie performance. In questione sono anche i re-tweet di un personaggio politico controverso, Joaquim Son-Forget, espulso da Lrem e che per giustificarsi avanza tesi complottiste, e altri siti sono coinvolti. Il mondo politico di ogni tendenza ha condannato l’episodio. Tanto più che Piotr Pavleski minaccia: «L’attività del sito non fa che cominciare, Benjamin Griveaux è stato il primo partecipante».

Per la sindaca Anne Hidalgo, «i parigini meritano un dibattito dignitoso». «Insoumis non partecipate in nessun modo al regolamento di conti di cui è oggetto Benjamin Griveaux – ha affermato Jean-Luc Mélenchon – la pubblicazione di immagini private per distruggere l’avversario è odiosa. Rifiutiamo il naufragio da guardoni della vita pubblica del paese».

L’episodio Griveaux potrebbe aggravare ancora i risultati per Lrem, un partito nuovo che non ha radici locali. I lunghi mesi di rivolta dei gilet gialli, la protesta senza precedenti ancora in corso contro la riforma delle pensioni si faranno sentire pesantemente nelle urne a marzo. Nelle grandi città, solo a Lione, il sindaco uscente, Gérard Collomb, padrino politico di Macron ed ex ministro degli Interni, potrebbe conservare a quest’area politica la Métropole (nuovo ente locale istituito nel 2015), mentre nel comune di Lione sono esplose le dissidenze. Anche qui, stando ai sondaggi, emerge l’onda verde. A partire dai buoni risultati delle europee, i verdi di Europa Ecologia hanno il vento in poppa e puntano alto.

Anche a Parigi potrebbero esserci delle sorprese, se verranno stabilite delle alleanze, ma nelle grandi città divise in arrondissement è molto difficile fare previsioni (il sindaco, a Parigi, come a Lione o Marsiglia, viene eletto in un “terzo turno” dai consiglieri comunali votati nei vari arrondissement che eleggono ognuno un proprio sindaco locale e dove la lista arrivata in testa ottiene il 50% e l’altro 50% è ripartito alla proporzionale per le liste che hanno superato il 5%).

Il Ps e Lr, i partiti tradizionali dell’alternanza spazzati via dal secondo turno delle presidenziali del 2017, cercano la rivincita con le municipali: i socialisti hanno il sindaco in 202 città con più di 10mila abitanti, 10 in quelle con più di 100mila e danno battaglia per conservare i “gioielli di famiglia”. La France Insoumise (Fi) non si è investita in pieno per le municipali.

Il Rassemblement national (Rn) non ha a livello municipale il peso che ha a livello nazionale, anche se potrebbe portare a casa lo scalpo di Perpignan (dove la lista di Louis Alliot, ex compagno di Marine Le Pen, nasconde però il simbolo di estrema destra). Rn è presente in “liste civiche” che concorrono senza dichiarare apertamente l’appartenenza politica. Il fenomeno delle liste civiche è esploso quest’anno, sulla scia dei gilet gialli e della sfiducia dichiarata nella democrazia rappresentativa tradizionale e anche la sinistra si è buttata con convinzione su questa strada. Per questo non sarà facile “leggere” i risultati delle municipali e avere una fotografia chiara delle tendenze dei francesi a due anni dall’elezione-chiave, la presidenziale del 2022. Un segnale verrà da Le Havre, dove si presenta il primo ministro, Edouard Philippe (che qui è stato a lungo sindaco).