In queste serate la scena romana promette incontri l’ultima generazione teatrale. Su questa rotta ha viaggiato la rassegna Anni luce, nel cartellone del Romaeuropa festival con la curatela di Carrozzerie not (spazio di punta per l’ospitalità di produzioni indipendenti), allineatasi su paesaggi mainstream, giocosi e tranquillizzanti, a scadimento della riflessione su contenuti e linguaggi. Fatta salva Azzurra De Gregorio la cui Madre non abbiamo visto, perplime l’esperimento Lucifer di Industria Indipendente, modulato dalla dj Lady Maru, che getta il performer in una trance primigenia, in cui saltano male/bene e lotte lgbt-qi. È ridotto a una sequela di patetici cliché gay l’assassinio della professoressa Rosboch nella scrittura di Giuliano Scarpinato, Se non sporca il mio pavimento, che diventa comica nella cornice video di Beatrice Schiros. E la Trilogia Werner Schwab di Dante Antonelli, che perde la sporcizia dell’originale per piegarsi a una trasgressione inutile e modaiola, lascia un senso di vuoto.