Tredici soldati francesi della missione “Barkhane” sono morti ieri mattina nella regione di Liptako, al confine tra Mali, Niger e Burkina Faso, mentre erano impegnati in una operazione contro le milizie jihadiste attive nella zona. Lo scontro in volo tra un elicottero d’assalto Tiger e uno da trasporto Couçar non ha lasciato loro scampo: «Sei ufficiali, sei sottuficiali e un caporal maggiore sono caduti in missione, morti per la Francia nella dura lotta al terrorismo nel Sahel», ha confermato da Parigi una nota della presidenza della Repubblica. Era dall’attentato di Drakkar in Libano (1983, 58 morti) che le truppe francesi non subivano perdite così pesanti.

In Mali si assiste ormai a un’alternanza di furiosi assalti jihadisti alle postazioni dell’esercito maliano e alle conseguenti controffensive dei militari di Bamako. supportati dalla forza multinazionale del cosiddetto G5 Sahel oltre che dalle unità speciali di “Barkhane”. L’ultima operazione di questo genere , lo scorso 19 novembre a Tabankort, è sfociata in una battaglia tra truppe maliane e nigerine da una parte e jihadisti dall’altra in cui sono morti 24 soldati e 17 miliziani. 50 morti aveva invece provocato a inizio novembre l’attacco contro la base dell’esercito maliano a Indélimane, ad appena una ventina di chilometri dal luogo dell’incidente di ieri.

Dall’inizio dell’anno sono centinaia le vittime e almeno 150 mila gli sfollati provocati dal conflitto sia in Mali che nel nord del Burkina Faso, dove la capacità operativa dei gruppi jihadisti è in aumento.

Brutte notizie giungono anche dal versante nigerino di questo spicchio condiviso di Sahel. Nella regione di Tilabiry sarebbero stati uccisi quattro leader tradizionali nell’ambito di una campagna del terrore con cui i gruppi affiliati allo Stato islamico starebbero punendo chi rifiuta di sottomettersi alla loro autorità.