Una tragedia nella tragedia. Già piegata dall’emergenza coronavirus, Zagabria si è svegliata domenica scorsa con l’incubo del terremoto, il più forte degli ultimi 140 anni. Due scosse di magnitudo 5.4 e 4.6 hanno provocato decine di feriti e ingenti danni a edifici e abitazioni soprattutto nel centro storico.

E ieri Zagabria ha anche pianto la prima vittima del sisma: una ragazza di 15 anni rimasta gravemente ferita nel crollo di una palazzina. Il terremoto ha provocato anche la caduta di una delle due guglie della cattedrale di Zagabria. Tra gli edifici danneggiati il Parlamento, l’università e ospedali, compresa la clinica di Jordanovac per le malattie respiratorie.

In migliaia si sono riversati in strada, rompendo l’auto isolamento che era stato disposto dalle autorità nei giorni precedenti. Ai cittadini è stato detto di lasciare le case ma di tenersi a distanza per evitare la diffusione del contagio. Alcuni hanno trovato riparo nelle macchine parcheggiate o nelle tende allestite nella piazza della repubblica francese.

Altri sono stati temporaneamente alloggiati al dormitorio degli studenti. Molti però hanno preferito mettersi in viaggio e lasciare Zagabria per raggiungere altre città. Una fuga che ha spinto ieri le autorità a prendere misure ancora più restrittive, imponendo il divieto di spostarsi all’interno del Paese.

«Invito tutti coloro che sono andati via da Zagabria ieri a tornare indietro. È un riflesso incondizionato, lo stesso di quando le persone sono scappate dalle loro case, rompendo la misura di auto-isolamento. Alcuni hanno fatto un passo in più, mettendosi istintivamente alla guida e andandosene. Sarebbe assolutamente comprensibile, se non stessimo affrontando altre crisi» ha dichiarato il ministro Davor Bozinovic.

Il divieto di spostamento dal comune di residenza, ha proseguito il ministro, si è reso necessario anche a fronte dell’aumento dei casi di contagio. Secondo quanto riferito dal ministro della Salute Vili Beros da domenica pomeriggio e sino alla mattina seguente si sono registrati 52 nuovi casi, portando il numero dei contagiati a 306.

Ed è proprio questo il timore più grande, che il terremoto vanifichi gli sforzi messi in campo per contenere la diffusione del coronavirus. A Zagabria infatti è concentrata la metà dei casi di contagio registrati in tutto il Paese. Ora con gli sfollati per strada e nelle tende il rischio di diffusione potrebbe essere maggiore considerata la difficoltà in questo caso di applicare le misure di distanziamento sociale.

Intanto la Croazia, ha fatto sapere il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer, ha attivato il Meccanismo europeo di protezione civile per far fronte alle conseguenze del terremoto. Tende, sacchi a pelo e riscaldamento sono in arrivo da Italia, Austria, Ungheria, Slovenia. In serata dal Friuli Venezia Giulia sono partiti i primi convogli dell’esercito e della protezione civile per prestare soccorso alla popolazione locale.