L’ennesimo dramma del lavoro familiare in un’azienda agricola. Quattro persone hanno perso la vita nella vasca del mosto: persone legate da vincoli di parentele, i fratelli Scofano e poi i Carnevale, padre e figlio. Hanno tentato di salvare un parente che aveva accusato un malore durante la preparazione del vino, ma sono rimaste intrappolate per le esalazioni tossiche.

È successo ieri mattina intorno alle 12,30 in frazione San Miceli di Paola, provincia di Cosenza.

La dinamica è ormai accertata anche per la testimonianza di chi per fortuna è sopravvissuto alla tragedia. A sentirsi male per primo nella vasca del mosto è stato Massimo Carnevale. A quel punto, il papà è corso per aiutare il figlio e poi «è stata una catena, perché nessuno ha esitato a buttarsi dentro per salvare Massimo, una catena che poteva continuare se non fosse stato per l’intervento di un altro della famiglia, un ragazzo molto forte fisicamente, che ha tratto in salvo la ragazza che ora si trova in ospedale, ma per fortuna non è in pericolo di vita. Anche il ragazzo che ha soccorso la ragazza sta bene», spiega il sindaco di Paola, Roberto Perrotta che conosceva le famiglie.

Secondo la relazione dei carabinieri «all’interno della vasca di fermentazione del mosto hanno respirato monossido di carbonio esalato dalla fermentazione, non riuscendo più ad uscire, portandoli alla morte per mancanza di ossigeno».

Le vittime sono i fratelli Giacomo e Valerio Scofano, rispettivamente di 70 e 50 anni, e Santino e Massimo Carnevale, padre e figlio di 70 e 45 anni. Una quinta persona, una donna di 36 anni, giunta per ultima per prestare soccorso, ha inalato i fumi ed è stata trasportata presso l’ospedale Annunziata di Cosenza, dove non versa in pericolo di vita.

«Stavano facendo la vendemmia come si usa fare dalle nostre parti, come ogni anno. Cose che si fanno aiutandosi vicendevolmente tra parenti. Una tradizione che non ha mai destato particolare preoccupazione. Purtroppo, però, questa volta qualcosa è andato per il verso sbagliato», conclude il sindaco.

I corpi sono stati estratti dai Vigili del fuoco. «Secondo i nostri riscontri, il primo, imprudentemente, si è calato nella vasca di decantazione del vino per smuovere il mosto», spiega Marco Pedullà, comandante dei carabinieri di Paola. «Il locale in cui le quattro vittime stavano preparando il vino non era sufficientemente arieggiato», ha dichiarato il Procuratore della repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni.

Poco più di un anno fa accadde un episodio simile nel Pavese. Era il 13 settembre 2002 quando altri quattro agricoltori erano morti dopo essere scivolati in una vasca di liquami all’interno di un allevamento di Arena Po. Anche in quel caso una prima persona era caduta nella vasca e i familiari avevano tentato di salvarla, rimanendo colpiti dalle esalazioni tossiche. Le vittime erano i fratelli Tarfem Singh di 47 anni e Prem Singh di 45, che avevano rilevato l’allevamento circa 5 anni fa, e i loro dipendenti i dipendenti Harminder Singh di 29 anni e Manjinder Singh di 28, tutti di origine indiana e di religione sikh.

«Tra le 772 morti sul lavoro dei primi 8 mesi del 2021 spicca l’aumento del 20% del settore agricolo registrato dai nuovi dati Inail», osserva Onofrio Rota, segretario generale Fai Cisl. «Il lavoro agricolo non si improvvisa, richiede competenze e conoscenze che spesso servono proprio per operare in sicurezza e tutelare la salute, per questo la stessa piattaforma contrattuale che abbiamo appena inviato a Cia, Coldiretti e Confagricoltura propone l’introduzione, nel nuovo contratto nazionale degli operai agricoli, di maggiori strumenti rivolti alla sicurezza, alla formazione, al controllo degli appalti».