Dopo i recenti attacchi contro gli “stranieri” e le loro proprietà in Sudafrica, che hanno provocato sette vittime e fatto temere il ritorno delle violenze xenofobe su vasta scala, la Nigeria – l’altro “gigante” regionale – ha fatto la voce grossa per la perdita di vite e beni da parte della nutrita comunità nigeriana residente in Sudafrica. Il governo di Abuja ha convocato l’ambasciatore sudafricano, ha ritirato la propria delegazione dal World Economic Forum in corso a Cape Town, ha intimato al Sudafrica di adoperarsi per proteggere i cittadini immigrati e si è adoperato per garantire il ritorno in patria dei nigeriani minacciati.

Ma le ostilità non sono rimaste confinate nei comunicati ufficiali. Violente proteste da martedì si succedono in diverse città nigeriane e hanno come bersaglio soprattutto i negozi dei marchi sudafricani, come quelli di telefonia. A Lagos e nella capitale amministrativa Abuja il Sudafrica si è addirittura visto costretto a chiudere le sue rappresentanze diplomatiche per garantire l’incolumità del suo staff. E il governo di Pretoria ha invitato senza mezzi termini i cittadini sudafricani a lasciare il paese.