Ci saranno delle vacanze «europee» quest’estate? I cittadini della Ue potranno di nuovo ricominciare a viaggiare nell’area Schengen? Per il momento le frontiere sono chiuse in linea di principio, anche se passano le merci, i lavoratori frontalieri e chi deve tornare nel proprio paese (dei treni viaggiano, per esempio uno al giorno tra Parigi a Milano, pochi aerei volano).

I «viaggi non essenziali» sono soppressi dall’esterno della Ue ma ci sono ostacoli anche alla libera circolazione all’interno (è una delle quattro libertà), malgrado 17 milioni di persone vivano e lavorino in un paese diverso da quello di nascita. Jean Asselborn, ministro degli esteri lussemburghese, ha affermato che vedere la polizia di frontiera sul ponte di Schengen «fa male» e fa rivivere «la brutta faccia della storia» europea (per protesta con la Germania che ha chiuso le frontiere, il Lussemburgo ha messo le bandiere europee a mezz’asta).

La commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, paragona la chiusura delle frontiere Schengen all’epoca della «cortina di ferro».

Oggi, la Commissione presenta le linee direttrici per cercare di minimizzare l’impatto della crisi del Coronavirus sul turismo, settore economico che conta intorno al 12% del pil europeo e sfiora il 20% dell’occupazione (per alcuni paesi, soprattutto del sud, le cifre sono più alte). È la nuova Road Map, che fa seguito a quella del 14 aprile sulla fine dei confinamenti – anche qui in ordine sparso – per mettere a punto principi che la presidente Ursula von der Leyen definisce «intelligenti».

Secondo Margrethe Vestager, vice-presidente, «quest’estate non è persa». Più prudente Mr. Pesc, Josep Borrell: «Dipenderà da come andrà lo stop ai confinamenti». Nove paesi (Italia, Francia, Grecia, Spagna, Portogallo, Malta, Cipro, Bulgaria, Romania) hanno chiesto alla Commissione un piano di rilancio del turismo e di stabilire regole di viaggio omogenee. Ylva Johansson ha precisato: «Non è possibile aprire le frontiere ai cittadini di un paese e chiuderle a quelli di un altro».

La Commissione propone «proporzionalità» e «non discriminazione» nelle decisioni. Ma le politiche sanitarie sono di competenza nazionale e non comunitaria. E a questo si aggiunge la corsa ad accordi bilaterali tra stati, per evitare il tracollo del turismo estivo.

Per il momento regna la confusione. Ieri, la Spagna ha deciso di imporre la quarantena di 14 giorni per chiunque entri nel paese dall’estero fino alla fine dello stato d’emergenza sanitario, il 24 maggio, ma già mette in conto possibili proroghe (e le regioni turistiche protestano). L’obbligo di quarantena esiste anche in Italia e in Germania dal 10 aprile (qui con multe fino a 10mila euro per chi lo viola).

L’Olanda obbliga alla quarantena solo chi proviene da «zone a rischio» per la diffusione dell’infezione. Anche la Gran Bretagna impone la quarantena, ma fa eccezione per l’Irlanda e per la Francia (domenica c’è stato un accordo bilaterale tra Boris Johnson e Emmanuel Macron che permette la libera circolazione tra i due paesi). La Francia, però, contro il parere della Commissione, questa settimana ha rimandato indietro dei lavoratori stagionali bulgari, venuti per raccogliere la frutta.

La Grecia ha deciso di far entrare quest’estate solo i turisti con un tampone realizzato da meno di 72 ore. Per salvare il turismo, l’Austria ha aperto ai cittadini tedeschi, la Croazia si è messa d’accordo sulla libera circolazione per gli sloveni e i cechi e sta cercando di convincere la Germania. Italia, Spagna, Francia e Germania stanno discutendo per permettere voli senza quarantena per quest’estate.

La nuova Road Map della Commissione dovrebbe mettere un po’ di ordine in questo settore, anche se l’ultima parola spetta agli stati in questo campo. La Commissione suggerisce di basare le decisioni sui dati scientifici e suggerisce protocolli sanitari omogenei. Dovrebbe anche dare indicazioni pratiche per la ripresa dei trasporti dei passeggeri e sugli orientamenti da seguire per lo sblocco delle frontiere interne, oltre a una valutazione complessiva delle restrizioni temporanee dei viaggi considerati «non essenziali».

Indicazioni dalla Commissione oggi arriveranno anche sul braccio di ferro tra clienti e compagnie aeree, che a causa della crisi nera cercano di non rimborsare i voli annullati, mentre la Commissione propone almeno dei voucher per viaggi futuri.