Sta causando un vero e proprio terremoto politico-religioso il crack finanziario da 500 milioni dell’ente ecclesiastico Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, che lunedì ha portato a dieci arresti. Con la richiesta dei domiciliari per il senatore Antonio Azzollini (Ncd), presidente della commissione Bilancio del Senato, già indagato, assieme ad altre 47 persone, dalla Procura di Trani per una presunta truffa legata alla costruzione del nuovo porto di Molfetta, per un importo di 150 milioni.

Nel 2007 Azzollini era il sindaco di Molfetta e secondo l’accusa avrebbe appaltato i lavori per la costruzione della diga foranea e del nuovo porto commerciale per 72 milioni, saliti poi a 147, per bonificare i fondali da migliaia di ordigni bellici inesplosi. Nell’indagine sono indagate, a vario titolo, oltre 60 persone tra ex amministratori pubblici e imprenditori accusati di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali. L’opera (appaltata nell’aprile del 2007 con consegna dei lavori nel marzo 2008) non solo non è stata mai realizzata, ma non vi è neppure la possibilità che i lavori possano concludersi nei termini previsti dal contratto di appalto vinto da un’Ati composta da tre grandi aziende italiane: Cmc, Sidra e Impresa Cidonio.

Secondo l’accusa, dal Comune di Molfetta, pur sapendo dal 2005 che i fondali interessati dai lavori erano impraticabili per la presenza degli ordigni, avrebbero attestato falsamente che l’area sottomarina era accessibile. In questo modo fu possibile bandire l’appalto con l’arrivo di nuovi fondi pubblici, attraverso anche perizie di una serie di varianti: è del febbraio 2010 una transazione da 7,8 milioni con l’Ati appaltatrice.

Tornando all’inchiesta sul crack dell’ente ecclesiastico, nella carte firmate dalla Procura di Trani si sostiene che tra il 2011 e il 2013 alla Case della Divina Provvidenza sono state fatte assunzioni «secondo logiche clientelari». E sarebbe proprio Azzollini, secondo il gip di Trani, l’artefice di queste assunzioni. «A partire dal momento dell’esproprio di potere da parte del senatore Azzollini e del suo entourage – si legge – le assunzioni selvagge di personale alla sede di Bisceglie vennero decise dal politico».

Un lungo elenco di assunzioni: dalla figlia del deputato socialista Lello Di Gioia che risulta tra gli indagati, al figlio dell’ex direttore generale dell’Ares Puglia, Mario Morlacco. C’è il cugino della madre superiora suor Marcella Cesa (arrestata), i figli di due sindacalisti della Cisl, la figlia di Angelo Belsito, amministratore di fatto dell’ente dal 2009, la figlia del direttore sanitario della sede di Potenza, Vincenzo Raffaele Mori; ci sono il fratello e l’amante dell’allora direttore generale della Casa della Divina Provvidenza, Dario Rizzi. Quest’ultima, Adrijana Vasiljevic, fu assunta nella sede di Foggia, ottenendo il compito di gestire l’ufficio stampa e le relazioni esterne, incarico che era stato soppresso dal Cda nel 2000 perché ritenuto tra le spese inutili.

Per il gip tutti questi dipendenti sono stati assunti pur se «privi di specifiche competenze». In tutto sono state ben 266 le assunzioni, dal 2007 al 2011, tra gli ospedali di Bisceglie, Foggia e Potenza. La maggior parte sono avvenute proprio nel periodo in cui era direttore generale Rizzi e quando Azzollini e Belsito operavano come «amministratori di fatto». Ma altre ce n’erano state anche durante la gestione dei dg Antonio Albano e Giuseppe D’Alessandro. Il tutto sempre con l’avallo di suor Marcella Cesa, che firmò anche le assunzioni di un coordinatore dell’ufficio stampa e di un consulente del lavoro.

L’indagine è ancora in corso. Sono infatti in corso accertamenti su altri due prelati legati alla vecchia gestione dello Ior, con la possibilità che la loro posizione venga stralciata e gli atti inviati alla Procura di Roma. Secondo alcune indiscrezioni i nomi dei due prelati potrebbero essere quelli coperti da omissis nelle carte dell’inchiesta. E verifiche sono in corso anche sulla posizione di monsignor Luigi Martella, attuale vescovo di Molfetta (Bari), il cui nome compare in diverse intercettazioni telefoniche.

Lo stesso Martella era stato messo alla guida della congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza dal Vaticano nell’ottobre del 2013, dopo il commissariamento dell’ente per sostituire suor Marcella Cesa.