«Napoli mi ricorda New York», diceva spesso Andy Warhol che per i vicoli della città partenopea era stato portato da Lucio Amelio negli anni Settanta. Ma a cogliere il carattere «americano» della città e della sua popolazione era stato già il filosofo marxista Alfred Sohn-Rethel che negli anni Venti aveva scritto, per la Frankfurter Zeitung, un reportage dedicato al rapporto dei napoletani con la tecnica e quindi alla loro particolare filosofia del rotto. Non solo l’arte di arrangiarsi, ma il profondo rapporto filosofico che Napoli intrattiene con tutto ciò che è frammento e solo, e proprio per questo, funziona. A...
Cultura
Tra la cenere dei ricordi
Mostre. «Damasa», la personale di Gian Maria Tosatti, presso la galleria Lia Rumma