Quello di ieri è tra i più gravi incidenti ferroviari mai accaduti nell’Italia del dopoguerra. Il più pesante risale al 3 marzo 1944 quando a Balvano (Potenza) i 526 passeggeri di un treno partito da Napoli e fermatosi all’interno di una galleria morirono asfissiati dalle esalazioni. Poi un lungo elenco di deragliamenti: nell’aprile 1978, a Murazze di Vado, sulla linea Firenze-Bologna, morirono in 42. Nel gennaio 1997, sul pendolino Milano-Roma, a 300 metri dalla stazione di Piacenza, con 8 morti (tra i viaggiatori illesi c’era Francesco Cossiga). Altrettanti morti sul treno Palermo-Venezia deragliato nel 2002 a Rometta Marea (Me) a causa dei lavori di manutenzione della tratta. Tre anni più tardi, il 7 gennaio 2005, la tragedia di Crevalcore, con 17 morti dovuti a uno scontro frontale su un binario unico tra il Bologna-Verona e un convoglio merci. Il 29 giugno 2009 la terribile strage alla stazione di Viareggio (32 morti) dove esplodono due vagoni contenenti gas. Ancora due deragliamenti, ma dovuti a frane: nel 2010 sulla ferrovia della Val Venosta in direzione Merano (nove morti), e nel 2014 lungo la linea Milano-Ventimiglia (senza vittime, per fortuna), con il treno investito dai massi in un tratto a strapiombo sul mare, ma rimasto fortunatamente trattenuto da un muretto.