Insediato ieri, come vuole la tradizione Olaf Scholz dedica la prima visita fuori dalla Germania alla Francia, domani, dove sarà ricevuto all’Eliseo. Poi, da Parigi andrà a Bruxelles. Stesso percorso per la nuova ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, oggi a Parigi, dove vede il collega Jean-Yves Le Drian, per poi recarsi a Bruxelles, con due appuntamenti principali: il responsabile della politica estera Ue Josep Borrell, e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Oggi ancora sono previsti contatti telefonici tra i ministri delle Finanze, Christian Lindner e dell’Economia e del Clima, Robert Habeck, con il responsabile francese, Bruno Le Maire.

Per i partner europei e la Francia in particolare che assume dal 1° gennaio la presidenza del Consiglio Ue, il programma di governo di Scholz è generalmente rassicurante anche se non rivoluzionario, perché si inserisce nella continuità: «Osare più progresso» viene declinato a favore di una modernizzazione della Germania, la transizione energetica, la diminuzione delle diseguaglianze, ma anche il rilancio della Ue. Ieri, Emmanuel Macron, negli auguri rivolti a Scholz ha auspicato di «scrivere il prossimo capitolo assieme, per la Francia, per la Germania, per l’Europa». La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen (tedesca, Cdu) ha augurato «un buon inizio, auspicando una cooperazione fiduciosa per un’Europa più forte». Anche il presidente del Consiglio, Charles Michel, ha sottolineato la speranza «per un’Europa più forte e sovrana». Davide Sassoli, presidente del Parlamento europeo, auspica «ogni successo» e «miglior fortuna per i grandi impegni, in Germania e in Europa».

Nelle 177 pagine del contratto di governo tedesco, ci sono indicazioni sulla futura politica europea. La Germania mostra maggiore interesse per la Conferenza sull’avvenire dell’Europa, un’iniziativa di Macron, ora in corso, con riunioni di cittadini e fori Internet, per definire il futuro dell’Unione. Nel contratto di governo si parla di «evoluzione della Ue verso uno stato federale europeo»: è una posizione che potrà suscitare molte reticenze, Orbán in Ungheria si è già schierato decisamente contro.

In Francia viene accolta con favore l’apertura alle riforme, compresa l’eventualità di «modificare i Trattati». Questo punto può toccare il Patto di crescita e stabilità e i «criteri», malgrado i dubbi che può sollevare il ministro delle Finanze, il liberale Lindner, che resta fedele al «freno del debito» e al rispetto dei «parametri», ma sembra prendere le distanze dal feticcio dello Schwarze Null sul debito e ammette la necessità di «usare flessibilità». Lindner si è impegnato a legare la necessità di stabilità con la crescita e gli investimenti: il debito comune e solidale di 750 miliardi del piano di rilancio per uscire dalla crisi del Covid sarà una tantum oppure i paesi del fronte sud della Ue otterranno l’appoggio tedesco per rendere permanente questo strumento contro il parere dei “frugali”?

Apertura sull’immigrazione: la Francia punta a un’intesa Ue sull’asilo, il governo tedesco è favorevole a regolare un’immigrazione di lavoro.

Il nuovo governo tedesco, che difende un approccio multilaterale, è anche favorevole all’istituzione di un vero ministero degli Esteri europeo, con voto non più all’unanimità ma a maggioranza qualificata. Nel testo dell’accordo c’è anche un riferimento all’autonomia strategica europea. Ma su questo punto, oltre alla conferma del legame indistruttibile con la Nato, ci potranno essere delle tensioni, in particolare con la Francia: i Verdi, ma anche l’Spd, hanno molte riserve sull’uso dei droni del sistema Scaf, progetto difeso da Parigi, oltre a una visione distante da quella francese sull’export di armi al di fuori di ogni considerazione politica (e anche morale). Militari tedeschi sono presenti in Sahel, ma su questa partecipazione in Germania è aperto un dibattito.