La tecnologia blockchain e le criptovalute entrano nella gestione del comune di Napoli: ieri la giunta ha approvato la delibera che sancisce l’inizio della fase attuativa, dopo le sperimentazioni avviate in aprile. I processi blockchain saranno utilizzati per rendere più efficienti e trasparenti i servizi al cittadino (il primo step sarà la gestione delle cedole librarie); per le criptovalute il territorio accoglierà pos fisici e virtuali presso le attività commerciali per i pagamenti e gateway di conversione tra e verso le valute tradizionali.

«NEL 2019 ci saranno le Universiadi – ha spiegato l’assessore al Bilancio, Enrico Panini -, arriveranno 20mila atleti abituati già a questa realtà. Intendiamo poi attrarre il turismo internazionale che utilizza questi strumenti e, in più, facciamo un investimento. La banca trattiene interessi tra 1,5 e 3%, le transazioni di criptovalute costano pochi decimi di centesimo, la differenza verrà investita in beni pubblici». Il comune ha selezionato 300 esperti, attraverso una call pubblica, che hanno sviluppato il sistema anche attraverso una sperimentazione su piccola scala. L’iniziativa ha incuriosito anche il governo. Giovedì il sindaco Luigi de Magistris ne ha parlato con il vicepremier Luigi Di Maio, a margine di un incontro sul tema del debito degli enti locali. Dovrebbe partire un gruppo di lavoro anche su impulso del Mise.

I RAPPORTI tra l’amministrazione arancione e i 5S sono buoni sia con il presidente della Camera, Roberto Fico, che con Di Maio. Il sindaco giovedì ha portato a casa un primo risultato: «Nel decreto fiscale e nella legge di bilancio – ha spiegato il vicepremier – dovranno esserci provvedimenti a favore degli enti locali in difficoltà. Le linee guida del Mef permetteranno ai comuni di usare gli avanzi di amministrazione per fare quegli investimenti che i governi precedenti hanno bloccato». E sul debito, che il comune di Napoli ha ereditato dai governi (per il terremoto del 1980 e l’emergenza rifiuti), de Magistris ha ottenuto l’apertura all’ipotesi di uno stralcio dal bilancio e di ricontrattazione.

MA SI LAVORA anche su un altro binario: ieri è stato pubblicato l’avviso pubblico per la presentazione di candidature per «l’audit sulle risorse e sul debito della città di Napoli». Il comune dialoga da tempo con i movimenti e le realtà che stanno sviluppando percorsi di uscita dal ricatto delle norme finanziarie. Oggi all’ex Asilo Filangieri si terrà una giornata nazionale di studio promossa da Massa critica e dal Comitato per l’annullamento dei debiti illegittimi.

Intanto, la diplomazia arancione si muove anche sul terreno dei partiti. Ieri il sindaco ha offerto una sponda ai 5S per la battaglia in sede Ue sui conti pubblici: «Se si sostengono le lotte dal basso per emanciparsi dai vincoli finanziari, si comprende quanto è utile la battaglia per i vincoli che da Bruxelles arrivano nei territori. Sosteniamo le lotte nei confronti delle tecnocrazie e dei vincoli asfissianti». Un feeling con i 5S confermato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Spadafora, ieri al carcere minorile di Nisida: «Ho incontrato nei giorni scorsi de Magistris, lavorerò perché in questo territorio ci sia un’alleanza al di là dei colori politici per dare risposte ai ragazzi».

UN’INTERLOCUZIONE c’è anche con una parte del Pd. Martedì in città è arrivato Nicola Zingaretti in vista della battaglia congressuale. In Campania il suo campo raccoglie esponenti vicini al governatore Vincenzo De Luca e altri, come Marco Sarracino (dell’area Orlando), che vogliono un candidato nuovo alle regionali del 2020. Zingaretti prima ha dichiarato «ripartiamo da De Luca» e poi ha aperto al sindaco.

DE MAGISTRIS, che pare adesso meno interessato alle europee ma è incompatibile con il governatore della Campania, ieri ha commentato: «Zingaretti è confuso». Ma ha aggiunto: «Molti dirigenti del Pd vogliono cambiare, siamo interessati al dialogo per un percorso verso una coalizione civica rinnovata». Dichiarazione che non è passata inosservata e che Sarracino considera «un passo avanti notevole nei confronti della ricostruzione di un centrosinistra competitivo alle regionali. Non cogliere questo segnale – ha aggiunto – significa condannarsi alla sconfitta. Il prossimo candidato sarà chi riuscirà a unire una coalizione larga e a incarnare una rottura politica, che eviti di far finire la Campania nelle mani di Lega e 5S».