A dare il segnale che anche i grandi appuntamenti culturali non sarebbero potuti passare indenni da questa fase di emergenza sanitaria, erano stati già una decina di giorni fa gli organizzatori del Salone del Mobile di Milano che avevano annunciato lo slittamento della kermesse, in grado di raccogliere oltre 2000 espositori, alla settimana compresa tra il 16 e il 21 giugno.

STESSA SORTE per il Bologna Children’s Book fair che ha riunito nelle scorse edizioni fino a 30mila visitatori, riprogrammato, dall’iniziale 30 marzo, ai giorni tra il 4 e il 7 maggio. E anche la Biennale Architettura di Venezia ha spostato la propria data d’apertura dal 23 maggio al 29 agosto (pre-apertura giovedì 27 e venerdì 28 agosto). Impossibile fare altrimenti per un evento che coinvolge architetti e istituzioni di oltre 60 Paesi.
Dopo l’emanazione del decreto governativo per far fronte al Coronavirus, con le scuole, i teatri e i cinema chiusi e gran parte della programmazione musicale cancellata, sarebbe difficile immaginare un atteggiamento diverso da parte dei responsabili dei maggiori eventi culturali del Paese. Del resto, l’allarme non è solo italiano.

DAL REGNO UNITO arriva infatti la notizia non del rinvio bensì della cancellazione della London Book Fair che avrebbe dovuto inizialmente svolgersi all’Olympia tra il 10 e il 12 marzo. «La Fiera di Londra tornerà, meglio che mai, nel 2021», hanno scritto in un comunicato gli organizzatori spinti a prendere questa decisione anche dall’annunciata defezione di scrittrici e scrittori provenienti dagli Stati Uniti. Medesima la scelta assunta dal Syndicat national de l’édition, organizzatore del Salone del libro di Parigi, previsto dal 20 al 23 marzo, che ha dato forfait. «Una decisione presa a malincuore – ha spiegato a Le Monde Vincent Montagne, presidente di questo organismo – ma necessaria per questioni di sanità pubblica». Il governo francese ha varato nei giorni scorsi un decreto per bloccare le manifestazione con più di 5mila persone e il Salone del libro ne raccoglie ogni anno oltre 160mila.

TORNANDO ALL’ITALIA, sono già stati cancellati sia il festival milanese Boreali, dedicato a culture e narrativa del nord Europa, che Libri come, uno degli appuntamenti con la letteratura in programma da anni presso l’Auditorium di Roma.

OTTIMISTI quanto al regolare svolgimento della rassegna si dicono invece fin qui gli organizzatori del Salone Internazionale del Libro, in calendario dal 14 al 18 maggio, al Lingotto di Torino. «Stiamo lavorando con regolarità, c’è la volontà e la speranza di esserci», ha spiegato il direttore del Salone, Nicola Lagioia. «Mi auguro che questa emergenza passi il più presto possibile, anche perché ci sono e continueranno ad esserci notevoli ripercussioni economiche proprio nella vendita di libri», ha concluso Lagioia. E tra le ulteriori conseguenze dell’emergenza virus c’è proprio la flessione che si registra nell’acquisto di libri. Secondo i dati dell’Associazione Italiana Editori, in quest’ultima settimana si è registrata una riduzione del 25% in media, con punte del 50% e oltre in Lombardia, Veneto ed Emilia. Un’altra indagine, svolta da Messaggerielibri registra complessivamente una flessione del 35,6%. E una perdita del 12,5% anche sulla piattaforma online di Amazon.