Le inchieste contro le ong hanno una data di inizio precisa: 2 agosto 2017. E’ in quel giorno infatti che a Trapani viene disposto dalla procura il sequestro della nave Iuventa della ong tedesca Jugend Rettet. In soli due anni, tra il 2016 e il 2017, la Iuventa ha salvato 14 mila vite nel Mediterraeo, migranti in fuga dalla Libia, ma i dieci membri dell’equipaggio finiscono al centro di un’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per i magistrati nel corso di alcuni interventi di soccorso ci sarebbero stati dei contatti «tra coloro che scortavano gli immigrati fino alla Iuventa e i membri dell’equipaggio della nave» che di fatto avrebbero organizzato la consegna diretta dei migranti arrivando a restituire ai trafficanti le imbarcazioni vuote affinché potessero essere riutilizzate.

Quella sulla Iuventa è la prima inchiesta dopo il varo del codice per le ong voluto dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, codice che la Iuventa, insieme ad altre organizzazioni umanitarie, si rifiutò di firmare. Per i vertici della ong l’inchiesta si fonderebbe «su dichiarazioni contrastanti di due agenti di sicurezza privati, legati a gruppi di estrema destra italiani». Una ricostruzione computerizzata di Forensic Oceanography ha dimostrato che in tutte e tre le operazioni di soccorso contestate la “Iuventa” stava unicamente salvando vite umane.
In questi giorni Amnesty International ha lanciato la campagna di solidarietà «Iuventa 10» nei confronti dei 10 membri dell’equipaggio sotto inchiesta che rischiano fino a 20 anni di carcere. La campagna chiede l’archiviazione dell’inchiesta. «Tre anni dopo l’inizio di un’inchiesta priva di prove, gli ‘Iuventa 10’ rimangono in una situazione di limbo e con la minaccia pendente di una condanna assai lunga», ha dichiarato Maria Serrano, campaigner di Amnesty International sull’immigrazione. «La criminalizzazione delle operazioni di ricerca e soccorso in mare ha compromesso attività cruciali di salvataggio di vite umane nel Mediterraneo centrale, nell’ambito di un più ampio giro di vite nei confronti delle azioni di solidarietà in tutta Europa. Intrecciato al destino degli ‘Iuventa 10’ c’è quello di centinaia di altri loro colleghi e quello di migliaia di migranti e rifugiati che stanno aiutando”, ha aggiunto Serrano.