1856, Oregon, corsa all’oro: di ritorno a Jacksonville, base dei suoi affari, l’ambizioso Stuart (Dana Andrews) è immediatamente posto di fronte alle oscure contraddizioni generate dall’espansione economica della Frontiera, rappresentate da una comunità fatalmente condannata a fondare la propria identità, prosperità e sviluppo sulla violenza perpetrata a danno dei nativi, e dal rapporto ambivalente col miglior amico Camrose (Brian Donlevy), notabile locale ma in realtà ladro e giocatore d’azzardo, col quale contende l’amore – più o meno dissimulato – per la stessa donna, la volitiva Lucy (Susan Hayward). Così come nei film per i quali è celebre (gli horror col produttore Val Lewton della prima metà degli anni Quaranta) il senso di angoscia e mistero sfugge all’evidenza palese della messinscena, anche in questo Canyon Passage (I Conquistatori, 1946), l’erede di Maurice Tourneur, Jacques, affrontando per la prima volta il western (per di più con una prodigiosa fotografia a colori mai estetizzante) scompone le dinamiche del racconto occultando l’aura mitica propria del genere verso un tortuoso e affascinante gioco di specchi e di doppie, triple morali, compiendo un ennesimo miracolo noir da altre prospettive, come sottolineato dal mai troppo compianto Bertrand Tavernier, che presenta questa edizione blu-ray/dvd di Sidonis Calysta
(www.sidoniscalysta.com).

Tra il suo paurosissimo capolavoro Possession (1981) e il testamento dada del 2015 Cosmos, per il figlio di Leopoli Andrzej Zulawski è La fidèlitè, realizzato nel 2000, a equilibrare non senza fatica l’isteria e il parossismo dei suoi ritratti femminili con una ricerca visuale che aspira al classico»attraverso gli strumenti della fantumazione e del cortocircuito espressivi: nell’adattamento suggerito dalla sua ultima musa – e qui protagonista – Sophie Marceau della Princesse de Clèves di Mme La Fayette, la giovane fotografa Clelia si ritrova stretta tra le aguzzine seduzioni di uomini assai diversi tra loro, un magnate della stampa scandalistica, un editore d’arte, un reporter sfacciato, in una difficile, tormentata e sfibrante dichiarazione d’indipendenza che non vorrebbe lasciare la passione amorosa fuori dalla porta… Prodotto da Paulo Branco, che già aveva offerto tutt’altra variazione della Princesse, ovvero La lettera di Manoel de Oliveira. Su Amazon Prime Video.