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Tosi espelle Salvini con un tweet

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Caos Lega Il sindaco di Verona, ad ultimatum scaduto, sembra disposto a fare alcune concessioni al Comitato di disciplina del partito ma non accetta di essere commissariato. Ma forse non basta per evitare l'espulsione. Nelle prossime ore il segretario deciderà se ricucire lo strappo o rischiare di perdere il Veneto pur di eliminare l'unico leghista che in fututo potrà mettere in discussione la sua leadership nel centrodestra

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 11 marzo 2015

Lo cacciano o non lo cacciano? Ad ogni puntata il reality show di via Bellerio diventa sempre più confuso. Per il secondo giorno consecutivo il Comitato di disciplina della Lega Nord ieri si è riunito per prendere tempo in attesa che qualcuno o qualcosa potesse riaprire la partita. Nel frattempo i due che si parlano a distanza – Tosi era a Roma, Salvini a Strasburgo – hanno fatto di tutto per confondere le acque. Tacendo, mettendo in giro voci di corridoio non confermate, costringendo l’ufficio stampa a smentire le indiscrezioni, generando un caos incomprensibile.

L’idea è che si stia facendo di tutto per arrivare a una tregua, almeno fino alle regionali di maggio, pur sapendo che la resa dei conti sarà solo rimandata. E che l’espulsione potrebbe comunque scattare da un momento all’altro, anche se il prolungato silenzio di Salvini dice che dovrà essere Tosi a fare la prima (o l’ultima) mossa. Ieri sera, davanti alle telecamere de La7, intervistato da Lilli Gruber, si è limitato a passare la palla al suo avversario parlando di “lealtà”, per ribadire che non è stato lui a provocare la spaccatura.

Le trattative, dunque, non sembrano chiuse. Nel pomeriggio era girata una voce che potrebbe non essere priva di fondamento, nonostante le smentite di via Bellerio e dello staff del sindaco. Flavio Tosi avrebbe scritto un documento per scongiurare la sua espulsione (e la conseguente scissione della Lega). Destinatario: Matteo Salvini. Il contenuto suonerebbe come una mezza sconfitta, ma onorevole, una cosa tipo “mi piego ma non mi spezzo”. Forse l’ultimo vero tentativo per ricucire lo strappo.

Flavio Tosi avrebbe rinunciato a presentare una lista a suo nome alle regionali e avrebbe anche promesso di non presentare la sua fondazione in nessuna delle città dove a maggio si terranno le elezioni amministrative. Due passi in avanti ma solo a una condizione: che la Lega almeno revochi l’incarico di commissario ad hoc per le elezioni a Gianpaolo Dozzo. Il sindaco, per appoggiare Luca Zaia, vuole continuare a dire la sua sulle liste.

Che esista o meno, il contenuto di questo documento sembrerebbe una proposta ragionevole. Sempre che Salvini non abbia già deciso di cogliere l’occasione per liberarsi dell’unico leghista che potrebbe mettere in discussione la sua leadership. Non nel partito ma addirittura nel centrodestra. La Lega si è sempre identificata con il capo, ed è fuori discussione che oggi il segretario non ha rivali. L’occasione è propizia, anche a costo di rischiare grosso: Tosi è potente e se venisse fatto fuori farebbe di tutto per contrastare Salvini. Per prima cosa potrebbe sfaldarsi il gruppo della Lega alla Camera, con quattro deputati su venti che in caso di espulsione seguirebbero il sindaco. Per tornare alle elezioni di maggio, i sondaggi dicono che una lista Tosi arriverebbe al 10%. Una percentuale che per la Lega potrebbe essere fatale.

Come finirà? Se Bossi fosse ancora il padrone l’esito sarebbe scontato: “L’unica cosa che posso dire è che l’unità del partito viene prima di ogni altra cosa”. Ma oggi decide Salvini.

E alle 22.16, ha twittato.

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