Settimana di passione non solo religiosa in Toscana, fra ospedali allo stremo, pazienti in barella, contagi in aumento e zona rossa che, visti i numeri, durerà per l’intero mese di aprile. Il tutto fra polemiche che non scemano di intensità, a causa del basso numero di over 80 vaccinati. E, in parallelo, dell’alto numero di dosi andate a chi avrebbe potuto attendere ancora. Anche se l’allarme lanciato dalla Fp Cgil nella Asl della Toscana centrale (Firenze Prato Pistoia ed Empolese Valdelsa) sul repentino abbassamento dell’età media dei contagiati – 43 anni – in quella che viene definita “la terza ondata Covid, la più pericolosa da quanto visto fino ad oggi”, rende la discussione ancor più complicata.
L’appello di medici, infermieri e operatori sociosanitari della Fp Cgil è da allarme generale: “Serve un ulteriore sforzo da parte di Regione e Asl per attivare tutte le misure straordinarie messe in opera durante la prima ondata”. L’abbassamento dell’età media dei contagiati comporta infatti un aumento dei tempi medi delle degenze, “con gravi ripercussioni sui servizi di degenza ordinaria, sia Covid che non Covid, reparti da settimane tutti iper-affollati, con pazienti molto complessi da gestire”.
Risultato: nei tre principali ospedali dell’area vasta fiorentina, dopo Careggi, la situazione è oltre il livello di guardia: “A Ponte a Niccheri i circa 80 posti letto Covid sono pieni, e stanotte c’erano 15 pazienti in barella che aspettavano un posto letto. A Torregalli, che doveva essere free Covid, si sono dovuti trovare 15 posti letto Covid in Medicina 1, e 35 posti letto di chirurgia sono stati trasformati in posti letto Covid; qui i pazienti in barella possono attendere fino a 24/48 ore per entrare in reparto. E a Santa Maria Nuova (26 posti letto Covid più sei di rianimazione) le attese in barella sono di 24 ore nel reparto osservazione Covid, e di 24/48 ore per il ricovero di pazienti no Covid”.
A completare il quadro, un’ultima osservazione. Illuminante: “I reparti di medicina si sono trasformati in veri e propri reparti di sub-intensiva, dove vengono trattati pazienti critici che necessitano di un’intensità di cure molto elevata, senza che ci sia stato il necessario adeguamento degli organici”.
Nel mentre la giunta di Eugenio Giani, sotto attacco per aver vaccinato ad oggi con almeno una dose solo il 60% dei 320mila over 80 toscani, si difende: “La Toscana è la quinta regione per percentuale di dosi somministrate su quelle consegnate (il 92,9% delle 708.970 consegnate), per un tasso di vaccinazioni effettuate di 17.836 per 100mila abitanti, superiore alla media italiana di 17.101 per 100mila”.
Uno studio di Perunaltracittà rivela però come il Covid “abbia fatto 330 morti in più, rispetto ai decessi attesi se per la campagna vaccinale la Regione avesse imposto criteri più stringenti sulle categorie, e se l’Iss avesse per tempo divulgato l’apertura di AstraZeneca agli over 65”. Mentre resta pendente la denuncia del professor Stefano Sandri, raccontata sul quotidiano “Domani”, secondo cui 40 mila dosi Pfizer sarebbero finite ad operatori sanitari non presenti negli elenchi ufficiali dei dipendenti. Denunce analoghe da parte del prof ex Efim, residente a Roma, dovrebbero arrivare a breve nelle procure di altri capoluoghi regionali.