Due testimonial di eccezione, per la Giornata internazionale a sostegno delle vittime della tortura che si è celebrata ieri.

Papa Francesco, che in un tweet lanciato dal suo account Pontifex ha ribadito «la ferma condanna di ogni forma di tortura» e ha invitato «tutti ad impegnarsi per la sua abolizione e per sostenere vittime e familiari».

E, soprattutto, il capo dello Stato Sergio Mattarella che nel suo messaggio ha fatto un passo in più, esortando il Parlamento a varare una legge più in linea con gli accordi internazionali sottoscritti anche dall’Italia. «Vanno intensificati gli sforzi per dare voce e offrire tutela a tutte le vittime di ogni forma di tortura e per sradicare questa pratica – scrive il presidente – Sevizie e violenze, infatti costituiscono una delle più gravi violazioni dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, sempre e ovunque abbiano luogo».

E contro il testo sul quale ieri l’Aula della Camera ha iniziato la discussione generale, rinviando però il voto a dopo il decreto Concorrenza e il provvedimento sul registro tumori(probabilmente la prossima settimana), si è mobilitata anche in moltissime città l’Unione Camere Penali. Nei tribunali e in sedi istituzionali – come a Palermo dove ha partecipato anche il sindaco Leoluca Orlando – gli avvocati hanno denunciato l’assoluta inefficacia del testo come è stato licenziato dal Senato.