Celebre per l’espressione «furbetti del quartierino», intercettata in una telefonata che lo incastrava insieme a un gruppo di immobiliaristi e raider poco corretti, a dieci anni da quella stagione di bolle finanziarie e processi, Stefano Ricucci torna in carcere accusato di un giro di false fatturazioni milionarie assieme a un altro imprenditore, Mirko Coppola. Anche in questo caso si tratta di spericolate operazioni finanziarie messe in atto, secondo i pm della Procura di Roma, anche grazie all’aiuto del magistrato del Consiglio di Stato e componente della Commissione tributaria regionale, Nicola Russo, che in qualità di giudice-relatore ha emesso sentenza favorevole alla società Magiste Real Estate Property, riconducibile a Ricucci, per recupero di un credito di 20 milioni in un contenzioso con il fisco. Un parere, a detta dei pm, ottenuto grazie alle «attenzioni» fatte anche di passaggi di denaro e serate allegre in alberghi del centro di Roma. n totale sono 10 le persone indagate, tra loro anche Massimo Nicoletti, figlio di Enrico, ritenuto dagli inquirenti figura storica della Banda della Magliana.