Durante la prima ondata pandemica la Regione Piemonte istituì, grazie alla disponibilità della Fondazione cassa di risparmio di Torino (venuta meno a luglio), un ospedale da campo dedicato all’emergenza Covid presso le Officine grandi riparazioni, edifico storico dell’ottocento, dietro alla stazione Porta Susa di Torino.

Per fronteggiare la seconda ondata, la giunta Cirio ha invece deciso di attrezzare, oltre all’ex Ospedale oftalmico, anche un’area sanitaria temporanea attendata in grado di alleviare la pressione sui nosocomi cittadini e del territorio piemontese. Il luogo scelto è nel quinto padiglione di Torino Esposizioni, utilizzato negli ultimi anni dalla città come parcheggio per la società di trasporto pubblico locale (Gtt). Secondo la Regione i posti letto attivi saranno 458, ospitati in 55 tensostrutture. Ieri il Capogruppo regionale di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, ha discusso un’interrogazione in merito, sollevando forti dubbi rispetto a questa scelta.

In particolare, Grimaldi, ha segnalato le difficoltà di contenere un rogo all’interno di un luogo sotterraneo, sulla rete idrica, che dovendo servire una struttura sanitaria andrebbe totalmente sanificata e, in ultimo, sul riscaldamento: finora il padiglione è stato sempre riscaldato con un unico grande bocchettone ma i sistemi ad aria calda sono controindicati in caso di Covid perché contribuiscono a mettere in circolazione il virus.

Il consigliere di Luv ha inoltre reso noto uno studio pubblicato dal politecnico di Torino nel settembre 2019 secondo il quale il parcheggio sotterraneo di Torino Esposizioni presenterebbe «fattori di vulnerabilità della struttura sia dal punto di vista della durabilità degli elementi in calcestruzzo armato precompresso, sia dal punto di vista sismico». Secondo questo studio l’edificio, costruito negli anni ’50 dall’ingegnere Riccardo Morandi (lo stesso dell’omonimo ponte crollato nel 2018 a Genova), presenterebbe alcune problematiche rilevanti in quanto «l’opera non è mai stata sottoposta a una costante manutenzione che garantisca un’adeguata condizione di sicurezza e l’ispezione delle travi del Padiglione V».

Rispondendo all’interrogazione di Grimaldi, l’assessore alla Protezione civile, il forzista Marco Gabusi, ha confermato la scelta dell’area di Torino Esposizioni, rivelando che lunedì è stata approvata la delibera di giunta, in ritardo di due settimane rispetto agli annunci stampa e a 5 giorni dalla data stabilita per l’apertura degli spazi. Sulle problematiche del padiglione, Gabusi ha detto che sono in corso tutti gli adeguamenti per la messa in sicurezza di questo spazio ipogeo rivelando che gli operatori sanitari non porteranno le classiche mascherine (chirurgiche, Ffp2, Ffp3) ma saranno obbligati a indossare respiratori con cappuccio.

Proprio su questo punto Grimaldi, replicando all’assessore, rimarca il tema delle maschere per i circa 100 sanitari che lavoreranno nel manufatto Morandi: «Con tutti i luoghi disponibili in città, andare a cercare proprio quello che costringerà i sanitari a lavorare come palombari non era facile.

Dispiace che la sanità piemontese non abbia saputo offrire di meglio ai suoi pazienti e ai propri operatori. A loro va tutta la nostra vicinanza: continueremo a vigilare su ogni vicenda che li riguarda». Anche l’Anaao (l’associazione dei medici) vuole vederci chiaro e chiede: «Perché l’attività in tale struttura necessita di protezioni più potenti rispetto a tutti gli altri presidi del Piemonte?».