Affrontare il nodo dei nodi: il dominio del debito sulle comunità. Questo l’obbiettivo della raccolta firme, oltre seicento, promossa da Assemblea 21 – un consesso di cittadini e comitati riunitisi per contrastare le politiche della “nuova” amministrazione – che sono state consegnate e validate dal Comune di Torino nel mese di ottobre.

Quali sono le dimensioni totali del debito torinese? Circa 3 miliardi di euro, la metà dei quali collegati a mutui finanziari e derivati stipulati direttamente dal comune di Torino. Il debito delle partecipate ha una composizione complessa, ma che esso nasconda qualcosa di poco chiaro è dimostrato dalle diverse inchieste da parte di magistratura ed enti competenti su due delle partecipate principali, IREN e GTT, per questioni inerenti al bilancio.

Assemblea 21 ha promosso un petizione sui derivati, al fine di rendere pubblici i contratti dei mutui finanziari e dei derivati ad essi collegati stipulati dal comune di Torino.

Il primo passo di un cammino che sarà complesso dato che spesso tali contratti hanno clausole e/o vincoli di segretezza voluti dagli istituti di credito.

Andrea Guazzo, portavoce di Assemblea 21 spiega ala ragione della raccolta firme così: “La nostra richiesta si basa su un semplice principio democratico: il Comune rappresenta tutti i cittadini della città, quindi come siamo in senso estensivo detentori del debito che deriva da questi contratti siamo però anche firmatari e proprietari di quei contratti perciò abbiamo tutti i diritti di conoscerne il contenuto. Esperienze simili in altre città italiane (Roma, Napoli, Parma etc.) hanno mostrato come a richieste simili da parte dei cittadini le amministrazione non hanno risposto e non hanno reso pubblici i documenti su espressa richiesta degli istituti creditori: l’ennesima dimostrazione di come oggi la politica sia sottomessa ai poteri finanziari e di come si giochi d’azzardo sulla pelle dei cittadini.”

Gli istituti di credito coinvolti? La banca belga-franco-luxemburghese Dexia è l’istituto che vanta la maggior parte dei contratti cioè 7. Oggi è controllata al 70% da Dexia Crédit Local, che fa parte del Gruppo Dexia ed é partecipata dalle italiane Banco BPM S.p.A., con una quota del 20%, e da BPER Banca S.p.A., con una quota del 10%. La banca Intesa San Paolo detiene invece cinque contratti, l’americana JP Morgan quattro, Unicredit ne ha tre e per finire la Bank of Scotland due. Rendendo pubblici i contratti si vorrebbe spingere il comune ad essere trasparente sulle sue operazioni finanziarie, vedi recenti indagini, e che si ponga il tema della partecipazione anche su queste scelte visto che ormai la cronaca ci insegna come costituiscono un elemento che condiziona il futuro della città stessa.

Un’analisi approfondita dei documenti per verificarne la validità, o meglio, la legittimità del debito: dato che è proprio con il debito che oggi viene condotta la lotta di classe da parte dei poteri politico/finanziari.
“Reputiamo illegittimo continua Andrea Guazzo – produrre un debito, indipendentemente dalla sua quantità, che condiziona in modo sensibile la vita dei cittadini. Un debito, tra l’altro, che pare si debba restituire ad ogni costo al contrario di quanto indica la Costituzione.”

In nome del pagamento del debito a Torino vengono imposte manovre draconiane con tagli a welfare, sicurezze sociali, la svendita dei beni pubblici, la privatizzazione dei servizi.

Al momento nessuna reazione concreta da parte dell’amministrazione di Chiara Appendino, anche se inizialmente l’analisi pubblica del debito sembrava interessare. Seppur sindaca, assessori e consiglieri siano stati invitati a esprimersi in ogni occasione pubblica che abbiamo organizzato, l’ultima il 14 ottobre 2017 per presentare la petizione alla città, siamo ancora in attesa di riscontri concreti.

Conclude Guazzo di Assemblea 21: “Chi dovrà fare qualcosa dopo le nostre richieste sarà l’amministrazione comunale: dovrà accettare la nostra richiesta di trasparenza, senza più sottomettersi alle pretese di segretezza degli istituti finanziari creditori e spiegando pubblicamente quale parte del debito sia stato effettivamente creato nell’interesse dei cittadini di Torino.Una scelta politica che potrebbe finalmente dimostrare una discontinuità con le giunte precedenti fin qui solo prospettata da parte dell’amministrazione Appendino”.

Venerdì 15 dicembre la raccolta firme verrà presentata durante una conferenza stampa, organizzata dall’ufficio stampa del Consiglio Comunale presso Palazzo civico e dovrà essere discussa, in seguito, in una commissione consigliare per determinare l’accettazione della richiesta contenuta.