Non sarà sulla manovra economica o sulla deriva securitaria che si giungerà allo scontro decisivo all’interno della composizione di governo giallo verde.
Abbandonati quasi tutti i movimento territoriali – Tap in Puglia, Muos in Sicilia, Terzo Valico – rimane il padre onorario, nonché quello numericamente più consistente, il movimento Notav. In ogni caso il M5s va verso una resa dei conti: o con il suo bacino elettorale d’origine, o con l’alleato di governo.

IL MOVIMENTO NOTAV vuole la cancellazione del tunnel di base, la Lega di Salvini – ma non per bocca del loro capo che veste la maschera del pontiere – insiste che si deve fare. Soluzioni intermedie come il cambio del tracciato e risparmi, saranno vissuti in val Susa come un tradimento.
Il M5s dovrà decidere se sacrificare l’alleato di governo oppure il suo mito fondativo. I proconsoli torinesi di Matteo Salvini non hanno dubbi che il tunnel di base della Torino -Lione si debba fare: non prendono nemmeno in considerazione la «valutazione costi benefici» che tutti evocano come un’inappellabile sentenza della scienza.

IL CONSIGLIERE COMUNALE leghista che siede in consiglio, Fabrizio Ricca, fino a pochi giorni fa uno sconosciuto o poco più, detta la linea del partito e giunge a dire che «Torino è una città Sì tav e la sindaca Appendino deve tutelare questa maggioranza». Certa della vittoria nelle prossime elezioni regionali, la Lega vede recuperare centralità mediatica da parte del centro sinistra di Sergio Chiamparino, che ha fondato la sua speranza di rimonta sulla realizzazione della Torino – Lione. È nata quindi una singolare gara a chi è più Sitav tra la Lega e il Partito Democratico.

Anche perché il variegato assembramento che si appresta a tentare il doppio colpo – contro Chiara Appendino e la sua maggioranza, e per il salvataggio del maxi buco nella montagna – è privo padri politici. Questa mattina le prove di quella che viene definita «la nuova marcia dei quarantamila» – parallelo storico che ha fatto infuriare alcuni esponenti del M5s, e non solo – avranno avuto luogo in piazza Castello a Torino. Apparentemente è una manifestazione spontanea anti Chiara Appendino, come quella organizzata a Roma la scorsa settimana contro Virginia Raggi.

In realtà a gestire le fila con lo slogan «Torinodicebasta» è un variegato mondo afferente a ordini professionali, in particolare a quello degli architetti, industriali, camera di commercio, commercianti inferociti contro le nuove restrizioni viarie nel centro città, parti del sindacato, Partito Democratico, Lega e Forza Italia.

LA SINDACA Chiara Appendino, tornata da Dubai, trova così ad accoglierla una manifestazione insidiosa che punta a indebolirne la forza, per altro ormai sempre meno vigorosa.

Per questa ragione, dopo molti giorni di ostinato silenzio, ha dichiarato che «manifestare è legittimo, ma la Torino – Lione non è una priorità».
Nonostante i «dubbi» sulla bontà tattica del voto in Consiglio comunale di lunedì scorso, la sindaca di Torino sposa completamente la linea di Luigi di Maio, secondo cui si deve attendere alla valutazione costi benefici, e in ogni caso i denari del Tav sarebbe meglio investirli sul trasporto locale.

INTANTO IL MOVIMENTO NOTAV si appresta a rispondere alle mobilitazioni del fronte favorevole all’opera.

In un comunicato diffuso ieri, il movimento Notav sostiene: «L’autunno del Governo giallo-verde si presenta sulla scena politica con una serie di decisioni, rispetto alla grandi opere, in sorprendente continuità a quelli precedenti: fare la Tap, il via libera alla Pedemontana, al passaggio delle navi nella laguna veneta e le numerose indiscrezioni rispetto all’irrinunciabilità del Terzo Valico».

In calce giunge l’appello a una mobilitazione nazionale di tutti i movimenti: «Con tutti i territori che lottano per la loro sopravvivenza e tutela, con tutti coloro che negli anni hanno deciso di non abbassare la tasta, noi in questi anni abbiamo compiuto un lungo percorso di lotta e condivisione e di questo siamo estremamente orgogliosi. Solidarietà a tutte le popolazioni Resistenti, ci vediamo in Valsusa il 17 novembre per continuare a costruire insieme il futuro che ci meritiamo».