«Presentare una mozione è un atto politico. Vorrei dunque sapere di che cosa precisamente mi si accusa». Stefania Catallo, responsabile e fondatrice del Centro Antiviolenza «Marie Anne Erize» del quartiere di Tor Bella Monaca, alla periferia di Roma, non accetta lo sfratto dai locali di via Aspertini 393 (avuti in affidamento solo due anni fa, in forma diretta, per meriti e con apposita delibera della giunta).
La mozione, presentata durante la seduta consiliare del Municipio VI solo tre giorni fa, dal movimento 5 stelle in cui si chiede la riassegnazione dei locali tramite bando arriva dunque come una doccia fredda e nei riguardi di un luogo di libertà fondamentale per il tessuto sociale e politico del quartiere. «Durante la notte precedente al consiglio, sono stata avvisata di questa mozione che, insieme ad altre tre riguardanti altre associazioni ospitate in ulteriori locali, sarebbe stata proposta. Fino ad allora non potevo immaginare».
Verrà dunque fatto un bando per l’assegnazione di quel locale, come degli altri, per «regolarizzare» le procedure – che sono comunque trasparenti ma evidentemente non all’altezza dei metodi dei 5stelle che, invece di interpellare la diretta interessata, hanno preferito decidere tra loro.
Quando sarà pubblicato il bando, niente vieta la partecipazione anche al centro antiviolenza «Marie Anne Erize» – conferma Laura Arnetoni capogruppo del m5s.
Nel frattempo, dichiara Catallo, le attività proseguiranno e le operatrici – nonostante il chiaro intento di sfrattarle – non abbandoneranno l’edificio. Certo vi è sconforto e rabbia per una vicenda che racconta la miopia politica di non saper più riconoscere le buone pratiche di un territorio; e di un quartiere importante come Tor Bella Monaca a cui non può e non deve essere sottratto uno spazio decisivo come il centro antiviolenza.
Intanto, per il lavoro svolto in Italia, il centro (sportello di ascolto, accompagnamento psicologico e legale in totale gratuità e senza finanziamento comunale, relazioni con case rifugio protette, biblioteca provvista di migliaia di volumi che gode dei patrocini ufficiali di Francia e Argentina) è stato premiato due volte dalla Fondazione Up di Parigi. Per le sue attività meritorie, Stefania Catallo è stata riconosciuta e nominata ambasciatrice del Telefono Rosa e ha inaugurato il primo sportello antiviolenza della Romania, a Fagaras.
Dal 2011, in situazioni a volte davvero precarie, si sono rivolte al «Marie Anne Erize» più di 2700 donne, moltissime di loro hanno concluso il percorso di liberazione dalla violenza maschile. Alcune di loro hanno preso parte a progetti decisivi, come quello della «sartoria solidale» che fornisce un reddito, forse piccolo ma colmo di promesse per il futuro di un’attività lavorativa che appartiene alla creatività.
Sarebbe stato semplice – oltre che dovuto – interpellare le dirette interessate ed è davvero singolare una mozione simile che ha i tratti di una imperdonabile disattenzione più che di una scelta sensata e capace di andare incontro alle esigenze di un quartiere.
È vero che il clima politico si fa ogni giorno più acceso e feroce; tuttavia, che le sorti di un centro antiviolenza come quello di Tor Bella Monaca siano in mani così poco lungimiranti oltre che poco propense al coinvolgimento delle parti in causa, ha dell’inquietante.