Di fronte al tormentone “Farete vincere la destra” che da giorni e giorni ha preso il posto di una discussione sui programmi, Tommaso Fattori e Toscana a Sinistra continuano pazientemente a rispondere nel merito.

Fattori, siamo alle solite, è sempre colpa vostra, di una sinistra che non capisce e non si adegua. Come si discolpa?

“Noi abbiamo fatto una scelta di alternativa a due campi politici che negli obiettivi di fondo sono andati assomigliandosi sempre più. Pd e Italia Viva hanno individuato in Eugenio Giani un candidato capace di intercettare molte istanze dell’elettorato della destra ‘moderata’, e offre più garanzie di porle in essere della leghista Ceccardi. Invece si rimuove il fatto che quasi il 50% dell’elettorato toscano non si riconosce in questi due poli. Noi cerchiamo di recuperare alla partecipazione e al voto quella metà ‘dimenticata’”.

Sei entrato cinque anni fa in un consiglio regionale dominato dal Pd di Matteo Renzi, ora ti ritrovi a fare i conti più o meno con le stesse istanze politiche. Rinnovamento nella continuità, come nello slogan della Dc degli anni 70?

“La scelta di Giani rappresenta il lato più deteriore della continuità. In Pd e Iv c’è lo stesso milieu politico del Renzi imperante, in una sorta di trasformismo soft. Il peggio, cioè la leghista Ceccardi, è stato costruito chiedendo per anni alle persone di turarsi il naso votando il meno peggio”.

Giani e Ceccardi parlano di economia circolare e poi vogliono nuovi inceneritori; di mobilità sostenibile e poi chiedono due aeroporti intercontinentali in 80 chilometri; di sanità pubblica quando tanti servizi sanitari anche in Toscana sono stati affidati di fatto al privato sociale o al privato tout court. Per non parlare delle public utilites e del trasporto pubblico locale, privatizzati da tempo. Allora ha ragione Renzo Ulivieri, che dopo aver letto i programmi pensava di star facendo un brutto sogno?

“Entrambi tentano di mascherare dietro una retorica ecologista i loro veri obiettivi. E’ la riprova della forza dei temi di Toscana a Sinistra. Perché fra gli elettori e le elettrici siamo maggioritari sull’economia circolare, sulla ripubblicizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici, sul superamento delle precarietà. Tutto questo ha un riflesso sulle loro strategie comunicative, ma la sostanza dei progetti va in direzione opposta: tenere in piedi la gamba privata della sanità, megaopere, anche l’autonomia differenziata. Appena due mesi fa Pd e Lega, insieme, hanno fatto mancare il numero legale alla nostra proposta sulla ripubblicizzazione dell’acqua…”.

Almeno sul referendum costituzionale c’è chiarezza, Toscana a Sinistra è l’unica forza politica del consiglio uscente a sostenere il No.

Noi vogliamo tagliare gli stipendi, dei parlamentari e anche dei consiglieri regionali, non la rappresentanza e la democrazia. E’ da 40 anni che attaccano la Costituzione, da Licio Gelli a Renzi-Boschi. Invece la Costituzione va attuata, non cambiata”.

Il tuo appello finale?

“Andate a votare, sono morti in tanti per permetterci di farlo. E votate per un progetto che vi rappresenti come quello di Toscana a Sinistra, che cancelli la logica del profitto dalla sanità e dai servizi pubblici, e che vincoli i finanziamenti del Recovery fund alla conversione ecologica delle produzioni, e alla creazione di lavoro stabile, con diritti e tutele, non precario come oggi. Basta con i finanziamenti pubblici a pioggia alle imprese, senza poi guardare alle condizioni di lavoro, specialmente dei giovani ma non solo. Sarebbe una Toscana più felice, ne abbiamo un gran bisogno”.