La candidatura del Coni è stata ufficializzata e, come previsto, l’Italia concorrerà presentando il binomio del nord est, Milano e Cortina. Lo ha annunciato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana: «La nostra sarà la candidatura italiana per le Olimpiadi del 2026. Era una notizia che aspettavamo, siamo molto felici. Adesso dobbiamo cominciare a lavorare alacremente perché la candidatura venga approvata anche dal Cio». Stesso entusiasmo è stato espresso dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala: «Un passo necessario e tanto atteso: poi è chiaro che bisognerà adesso lavorare e accelerare sulla preparazione di un ottimo dossier, perché abbiamo convinto il Coni e il Governo, ora dobbiamo convincere il Cio, però sono molto positivo». A ruota il presidente del Veneto, Luca Zaia: «Siamo felicissimi di questa scelta, ringrazio il Coni e il governo».
I vittoriosi si premurano quindi a ringraziare l’esecutivo che, ieri, per voce del suo vice premier ha espresso con queste parole il sostegno alla candidatura Milano – Cortina: «Chi le vuole fare se le paga da solo. Il governo non metterà un centesimo».
Fontana ha però smorzato la polemica: «Le risorse? Iniziamo a vincere, poi ne parliamo. Regione Lombardia e Regione Veneto, l’imprenditoria di questo territorio, sarebbero comunque in grado di fare fronte a queste esigenze».
La “minaccia” di Luigi Di Maio potrebbe essere vissuta molto male dai giudici del Cio che, tra poco più di un anno, a Milano, assegneranno i Giochi invernali del 2026. Saranno infatti necessari fondi non solo per l’organizzazione diretta, ma sopratutto per nuove infrastrutture. Esclusa l’edizione di Los Angeles 1984, il Cio chiede da sempre l’avallo dello Stato al momento della firma del contratto con cui cede logo e diritti televisivi.
Il M5s nazionale rimane contrario ai grandi eventi, ma ha abbandonato la platealità dell’epoca Raggi, abbracciando la politica del «facciamoci dire di no». Il capo politico del M5s Luigi Di Maio, ha poi spiegato le ragioni per cui la borsa rimarrà chiusa: «Essendo venuta meno la candidatura tridente, ovvero con Torino, tutte le altre soluzioni non saranno supportate da fondi pubblici».
Ma la candidatura delle Alpi è crollata in virtù del fatto che la sindaca di Torino, coerentemente con una delibera della sua maggioranza, si è posta come alternativa unica, senza possibilità di collaborazione. Condizione concordata con lo stesso Di Maio durante un burrascoso incontro di luglio.
Ieri Chiara Appendino, che a differenza del suo partito ha creduto nella candidatura di Torino, ha definito «incomprensibile la scelta del Coni» ed ha poi aggiunto che qualcuno «dovrà dare spiegazioni»; dopodiché ha pubblicato un fotomontaggio in cui si vede Milano avvolta dallo smog giallastro e Torino circondata da montagne innevate e cielo azzurro.
Nel caso in cui le Olimpiadi dovessero essere assegnate alla coppia Milano – Cortina, per il nord ovest una gara potrebbe arrivare. Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte, starebbe infatti lavorando per far rientrare l’alta val Susa e in particolare Sestriere, magari come sede dello slalom speciale. Quello che dovrebbe essere un passo avanti verso i Giochi del 2026 è un tentativo di salvare una candidatura monca: nel caso in cui Calgary e Stoccolma dovessero confermare la loro corsa, per il Cio sarebbe molto difficile far cadere la scelta su Cortina e Milano.