Esistono più film sulla boxe che bravi pugili nella storia di questo sport. Infatti il cinema ha dato alla cosiddetta arte nobile tanti di quei film che la vena di ispirazione reale si è ormai prosciugata. La franchise di Rocky da sola contiene sette film, ispirati dal pugile Chuck Wepner del New Jersey che nel 1975 entrava nel ring con Muhammad Ali. Wepner – soprannominato il Bayonne Bleeder per l’abitudine di sanguinare dappertutto – sorprese tutti quando dimostrò la stoffa di un vero sfidante e al nono round mise al tappeto il campione mondiale. Wepner fu poi sconfitto negli ultimi secondi ma qualche sconfitta ha il sapore della vittoria – Stallone ne fu ispirato e scrisse Rocky. Ora abbiamo un nuovo film, The Bleeder, con Liev Schreiber nei panni di Wepner che mostra non solo il famoso combattimento con Ali ma anche gli anni dopo e il prezzo di una fama che viene superata velocemente dalla versione cinematografica. Stallone e Wepner risolsero la faccenda giudiziaria soltanto nel 2006. Il sangue è presente anche nel titolo di Bleed, più forte del destino, appena uscito nelle sale italiane. Bleed racconta un’altra storia vera, quella di Vinny Paz (Miles Teller), un pugile che riesce a riprendersi da una frattura al collo dovuta ad un incidente stradale e riprende a combattere sul ring. Sembra un Million Dollar Baby con happy ending ma Hilary Swank è l’eccezione che prova la regola: il ring è il luogo per eccellenza in cui gli attori possono far vedere la loro mascolinità. Attori come Teller, Jake Gyllenhaal in Southpaw, Mark Wahlberg in The Fighter, Edgar Ramìrez in Hands of Stone, Michael B. Jordan in Creed, Will Smith in Ali o Russell Crowe in Cinderella Man ci dimostrano che la figura del pugile per un attore del cinema ha lo stesso status dell’Amleto per un attore di teatro. E’ una sfida che prima o poi tutti devono cogliere, così si allenano a spese dello studio e si possono confrontare con attori più grandi come de Niro in Toro Scatenato o Newman in Lassù qualcuno mi ama. Il masochismo mescolato al narcisismo è un cocktail troppo allettante. Ma tutti dovrebbero guardarsi anche Homeboy, scritto e interpretato da Mickey Rourke. Rourke era pugile prima di diventare attore e la scusa di prepararsi per il ruolo gli permise di tornare sul ring, e di rovinarsi per sempre il viso. Come dice De Niro in Toro Scatenato, citando Marlon Brando, – sarei potuto diventare qualcuno.