«Sciagurati! In questo momento non ce lo possiamo permettere»: il direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Ranieri Guerra, non ha apprezzato per niente i festeggiamenti spontanei, mercoledì notte a Napoli, per la conquista della Coppa Italia contro gli arcinemici della Juventus. La partita è stata giocata a porte chiuse a Roma: al posto degli appassionati, il pubblico virtuale e la pubblicità di una nota bibita frizzante che il 39,6% (con punte del 45,4%) di spettatori ha visto ossessivamente da casa per tutto l’incontro. I tifosi partenopei sono rimasti incollati alla Tv fino ai calci di rigore: Arkadiusz Milik infila Gigi Buffon per il definitivo 4-2 e partono immediati i fuochi d’artificio in ogni quartiere, rione e vicoletto della città. La folla si è riversata nelle piazze come se la pandemia non fosse mai esistita.

BAGNO NELLA FONTANA del Carciofo di piazza Trieste e Trento (dove ieri mattina sono state ritrovate magliette, scarpe, persino un paio di mutande), cori a piazza del Plebiscito e a piazza Vanvitelli. Bersagli privilegiati i due «core ’ngrato», i traditori andati via dal Napoli e poi approdati ai Bianconeri: l’allenatore della Juventus Maurizio Sarri e il centravanti Gonzalo Higuain, ribattezzato «Giudain», che in campo non è neppure sceso. Nelle strade e sui social la battuta preferita è stata: «Grazie Sarri per averci dato la Coppa».

Un mare di gente, in particolare, si è riversato a piazza Garibaldi dove si attendeva l’arrivo del treno con la squadra. Talmente in tanti che la dirigenza ha deciso di far scendere i giocatori alla fermata precedente, Afragola. Così i tifosi hanno cominciato a fare la spola tra le due stazioni. Intorno alle 3.30 i campioni sono finalmente sbarcati dal Frecciarossa e circa in 4mila hanno potuto tributare l’atteso trionfo. Le hit più gettonate Un giorno all’improvviso e ’O surdato ’nnammurato. Il tutto senza mascherine. Il distanziamento sociale un remoto ricordo.

RANIERI GUERRA, ieri mattina, ha censurato i festeggiamenti: «Per fortuna è accaduto a Napoli, dove governatore e sindaco hanno messo in atto misure rigide e l’incidenza del virus è più bassa che altrove. Fa male vedere queste immagini, ricordo quanto ha contato la partita dell’Atalanta in Lombardia nella diffusione dei contagi. Non vorrei che si ripetesse proprio ora che il Comitato Tecnico Scientifico ha cercato di accogliere le proposte del Figc per non limitare del tutto il gioco del calcio, come da scienza e coscienza medica sarebbe suggerito. Il virus continua a circolare».

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE Campania, Vincenzo De Luca, diventato famoso durante la pandemia per aver invocato il lanciafiamme contro assembramenti e feste di laurea, questa volta ha evitato le battute e le reprimende. A settembre si vota e non è il caso per un salernitano juventino innescare una polemica con il bacino di voti partenopeo. Così nella notte, a festeggiamenti già in corso, ha affidato ai social un post di congratulazioni: «Complimenti al Napoli, grandissimo successo per la città, per i tifosi, per la nostra regione, per il Sud».

MATTEO SALVINI ieri ha provato a sfruttare il tema per attaccare: «Mi domando dov’era il signor De Luca, quello che era pronto a usare il bazooka contro i milanesi in giro per la Campania. Forse si era addormentato. Il ministro dell’Interno Lamorgese, il governatore De Luca e il sindaco de Magistris, che mi hanno tirato in ballo per mezzo metro quadrato di distanza in una piazza (il riferimento è alla manifestazione del centrodestra del 2 giugno ndr) o per una mascherina messa male, mi sembra che dovrebbero guardare le immagini con migliaia di persone festanti. Gli italiani chiedono la libertà di amare, di uscire, di passeggiare». E Giorgia Meloni: «De Luca voleva andare con il lanciafiamme alle comunioni, forse non è stato previdente, non ho visto un suo video, forse ha pensato che non era utile per la campagna elettorale». Pure dal governo è arrivata la condanna dei tifosi azzurri: «A Pechino stanno chiudendo un quartiere dopo l’altro – il commento di Sandra Zampa, sottosegretaria Pd alla Salute -. Credo siano comportamenti sbagliatissimi».

IL SINDACO DI NAPOLI, Luigi de Magistris, su una linea diplomatica: «Mercoledì ha vinto il contagio della felicità. Solo chi non conosce Napoli può pensare che dopo una vittoria contro la Juventus i napoletani sarebbero rimasti in casa. Dai primi di giugno a Napoli c’è contagio zero e in piazza c’erano solo napoletani». E infine: «Il lanciafiamme del presidente della regione è rimasto senza fuoco. Le forze di polizia non potevano separare le persone con il battipanni, usciamo fuori dall’ipocrisia: o non si facevano più giocare le partite fino a settembre o in qualche modo quanto accaduto era inevitabile. Mi spiace, invece, vedere atti di danneggiamento a beni monumentali».