Discreto e eccentrico sono gli aggettivi che ritornano parlando di Thierry Mugler, artista della moda morto ieri a 73 anni. Creatore con la passione per i corpi, la tecnologia, lo spettacolo e soprattutto un’invenzione inarrestabile, mutante, eccessiva e fuori da ogni genere del «femminile» Mugler diceva di sé: «Ciò che ho creato e che in passato è stato classificato da alcuni come sessista o razzista è oggi mainstream. Ci sono molte cose che i giornalisti purtroppo non sono in grado di valutare». Per lui ogni abito era uno spettacolo, ogni sfilata uno show – era anche coreografo – e una «provocazione» che esasperava la sua estetica di femminilità. Una forma di arte totale si potrebbe dire che dagli esordi a Parigi negli anni Settanta lo hanno reso un «ragazzo terribile» della moda.

MUGLER era nato nel 1948, borghesia di Strasburgo. Da ragazzino scopre il balletto, studia, lavora sul corpo, e appena ventenne arriva a Parigi. È lì che scopre l’ambiente della moda, che in quel momento attraversa un passaggio fondamentale, dopo la morte di Dior e la codificazione di Coco Chanel, che morirà nel 1971. Nel 1973 Mugler fonda il suo primo marchio, si chiama Café de Paris, l’obiettivo è quello di reinventare qualcosa in quel panorama che sembra avere bisogno di nuove accensioni, è uno sconosciuto ma si fa notare alimentando le prime leggende come quella di vivere in un appartamento completamente vuoto. Non basterebbe se non ci fosse del genio però, ed ecco che arrivano le sue prime folgorazioni, modelli in cui mescola con spudoratezza l’estetica del noir anni Quaranta, i look di fantascienza fino a tailleur con le spalle infinite che impone alla fine degli anni Settanta. Tutta Parigi parla di lui, silhouette inconfondibile con i suoi abiti di cuoio e le modelle più contese del momento, per Mugler nel 1991 sfila anche Diane Ross. Jacques Lang allora ministro della cultura è vestito Mugler, come poi Madonna e Lady Gaga – ma è suo anche il tubino di Demi Moore in Proposta indecente – imponendosi al mondo intero.

«UN ARCHITETTO che reinventa completamente il corpo di una donna» amava definirsi Mugler. Nel 1992 quando crea Angel, il suo profumo, è un’esplosione planetaria con quell’odore di caramella e cioccolato che arrivava dai ricordi d’infanzia così come la sua confezione a forma di stella blu. Il sogno di Mugler, all’epoca, era infatti di riuscire a ricreare una fragranza che evocasse il profumo dolce legato a sua madre. Ed è così che dal naso Olivier Cresp, prese vita Angel, il primo profumo «goloso» della storia della profumeria, grazie all’utilizzo inedito di una molecola sintetica, l’etilmaltolo. Il successo di Angel, per anni in cima alle classifiche di vendite, viene replicato da Alien: creata nel 2005 la fragranza, con le sue note floreali abbinate a note legnose e ambrate, ripercorre la memoria olfattiva dei suoi viaggi immaginari, di una realtà altra in cui rifugiarsi per scoprire l’inatteso e lo straordinario racchiuso nel flacone gioiello ispirato all’ametista. Mugler intanto ha diviso le sue linee, lusso e prêt-à-porter. Pian piano però qualcosa cambia nonostante il successo.

NEL 1997 il gruppo viene acquistato da Clarins, cinque anni dopo con molte difficoltà finanziarie Mugler annuncia il suo definitivo ritiro tornando ai primi amori: la danza e il teatro. Collabora con Cirque du Soleil in Zumanity, di cui realizza i costumi e nel 2003 è il consigliere artistico per Beyoncé nella sua tournée I Am… World Tour. A partire da 2013 col nome di Manfred Thierry Mugler produce spettacoli che rivisitano il music-hall come Mugler Follies a Parigi e The Wyld a Berlino.
Lo scorso settembre a Parigi è stato protagonista della mostra Thierry Mugler, Couturissime al Musée des arts décoratifs, anch’essa un grandissimo successo.