«Porto-Vecchio è come una riserva, racconta il regista Thierry de peretti, da questo nasce il titolo del film: ci sono i ricchissimi, ci sono i marocchini e ognuno vive nella sua riserva. Il punto di partenza del film è un fatto di cronaca, poi trasfigurato. I fatti si svolsero nella regione dove viveva mio padre, ma io andai via da lì a sedici anni. Il delitto è stato scoperto due anni e mezzo dopo che era accaduto. Uno dei colpevoli si è denunciato perché non sopportava più il peso della colpa. Due sono finiti in prigione. La storia vera è...
Alias
Thierry de Peretti, costruire il film come rito collettivo
Intervista. La preparazione del film è avvenuta come per un lavoro teatrale: un anno di lavoro con gli attori in continuo workshop, passando molto tempo insieme «in modo che loro si adattassero alla sceneggiatura e la sceneggiatura a loro».