Quattro dischi per un totale di ottantadue incisioni, questo è The Staple Singers – Faith And Grace: A Family Journey 1953-1976, un box che racconta le storie e le emozioni in musica della famiglia Staples. La monumentale compilazione (Concord Records), è molto più di un semplice elenco di canzoni in ordine cronologico. Dietro a ogni brano si celano gli aneddoti e le tante vicende che gravitano intorno al gruppo familiare capitanato da Roebuck «Pops» Staples, che con i figli Pervis, Cleotha, Yvonne e ovviamente Mavis, scrisse pagine memorabili della cultura musicale afroamericana.

La raccolta si apre con due incisioni del 7 settembre 1953 dal titolo It Rained Children e I Just Can’t Keep It To Myself, in cui gli Staples vengono accompagnati dal pianoforte di Evelyn Gay, all’epoca leader del gruppo soul gospel The Gay Sisters.

È l’inizio di una storia musicale che grazie alla ancora attivissima Mavis (il 19 febbraio è in uscita il suo nuovo album con brani di Bon Iver, Ben Harper e Nick Cave) non ha smesso ad oggi di essere narrata. Nei quattro dischi si affacciano continuamente immagini e visioni di un’altra America. È la stessa Mavis a raccontare nei suoi concerti la curiosa genesi del gruppo, in origine erano stati reclutati sei cantanti, ma così poco professionali che all’ennesimo appuntamento saltato fecero infuriare Pops. Il quale a quel punto mise in pratica il suo intento originario: fare musica avvalendosi dei propri figli. E poi le giornate spese a intonare gospel in chiesa, le lezioni perse a scuola per esibirsi – Mavis e la sorella Yvonne, ancora minorenni, nei locali fino alla progresiva affermazione.

Il secondo e il terzo album è cronistoria degli anni di militanza nel Civil Rights Movement: ascoltando freedom songs come Why Am I Treated So Bad , I Know I’ve Been Changed e Long Walk to D.C., si viene catapultati a Montgomery, Selma, Little Rock e in tanti altri luoghi del profondo sud, in cui Pops e le figlie erano sovente a fianco di Martin Luther King. Nel quarto compact il periodo Stax e le hit più note dell’epopea Staples, con il groove funk che mescolato sapientemente col blues li vede incrociare i propri destini con musicisti dell’epoca, tra cui Curtis Mayfield (New Orleans) e The Band (The Weight). Non mancano incisioni meno conosciute ma di alto valore: tra le tante segnaliamo una versione live di Freedom Highway registrata in una chiesa di Chicago nel 1965, e il medley Too Close/I’m On My Way Home/I’m Coming Home/He’s Alright registrato dal vivo nel 1960 in Mississippi.

Brani dove viene esaltata la capacità della band di creare una forte alchimia con il pubblico, come la miglior tradizione musicale afroamericana esige. Un box interessante e ben curato grazie anche alla cura del booklet di accompagnamento, pieno zeppo di note che permettono di delineare ulteriormente quanto fossero meravigliosamente intrecciati nella storia della famiglia Staple il profilo artistico e quello dell’impegno politico.