Twilight? Qu’est-ce que c’est? Ritrovi Robert Pattinson a Los Angeles. Autista di una limo stretch. Accade in Maps to the Stars di David Cronenberg, come a confermare che Cosmopolis non è stata una trovata di casting. Lui, però, l’emaciato vampiro emo che ha fatto strage di cuori adolescenti nell’adattamento della trilogia vampira di Stephenie Meyer prende molto sul serio la sua trasformazione attoriale. E, sfruttando al massimo il sigillo cronenberghiano, rilancia la sua rinascita, considerato che in roba del tipo Come l’acqua per gli elefanti annega persino gente del calibro di Christoph Waltz.

Con una scelta di contropelo, Pattinson si disloca rispetto a Hollywood e atterra in Australia, nelle mani del quotato David Michod, autore di un non disprezzabile Animal Kingdom, un interno mafioso australiano salutato con grande favore da critica e pubblico. Ambientato in un post-caduta che fa tanto Mad Max, The Rover è un road-movie strutturato come un disperato e minimale inseguimento scansionato da una teoria di uccisioni violente e attonite. Guy Pearce è l’uomo senza nome, l’angelo della morte, che percorre le infinite strade polverose australiane per riprendersi la macchina dai rapinatori che gliela hanno rubata. Pattinson è unO di loro, lasciato indietro dopo un colpo che si capisce essere finito in un bagno di sangue.

Pearce e Pattinson, ovviamente, legano e i sotto-testi nickrayiani, come richieste di adozione e inquietudini paterne, decorano un racconto che pur scorrendo dritto e senza troppi intoppi, non allontana mai del tutto il sospetto di essere un pelo troppo derivativo. Michod, però, intuisce che è nel procedere ostinato del suo film, testardo, simile a quello di Pearce che non arretra di fronte a nulla pur di riavere la sua macchina, che risiede la forza, del suo scontroso western post-apocalittico. Pattinson, dal canto suo, confrontato con un mostro di trasformismo come Pearce, in grado di trascolorare da interpretazioni sopra le righe come la caratterizzazione dell’agente speciale di The Lawless a prestazioni tutte in sottrazione come questa di The Rover, offre un’interpretazione maiuscola e controllata, memore del miglior Sal Mineo, tutta a nervi scoperta, sfiorando le vulnerabilità omoerotiche del suo personaggio con la discrezione di un Farley Granger.

Brutta storia quindi per chi, in antipatia a Twilight, metteva la mano sul fuoco del talento inesistente di Pattinson. Non bastasse a garantire per lui Cronenberg, The Rover dimostra che il giovane attore inglese ha ancora numerose carte da giocare e, soprattutto, dispone del coraggio necessario per prendere una serie di rischi che probabilmente pochi nella sua posizione accetterebbero di considerare. E come non trepidare, almeno un pochino, all’idea che sarà proprio sulla Croisette che il bellissimo Edward ritroverà l’adorata Bella Swan, considerato che Kristen Stewart è la protagonista di Sils Maria di Olivier Assayas?