Con un inaspettato colpo di scena prenatalizio, la Sony cambia idea e autorizza l’uscita di The Interview in alcune sale americane. Nella data originariamente prevista, il 25 dicembre, la commedia di Seth Rogen e Evan Goldberg arriverà infatti non sui tremila schermi di Cineplex in cui la Sony aveva previsto di farlo uscire ma nei circuiti di sale indipendenti che, già nei giorni scorsi, avevano chiesto invano di proiettarlo.
L’Alamo Drathouse (una seguitissima catena di sale alternative, con base in Texas e 20 cinema sparsi in più stati Usa), Main Street Theatres (14 schermi, con base nel Midwest) e il Plaza Atlanta Theater hanno già dichiarato che i biglietti andranno presto in vendita. Rispetto al piano originale, il film avrà potenziale accesso a circa 200/300 sale, e forse già da subito in Video on demand.

«Questo è il miglior regalo di natale che potevano farci. Distributori ed esercenti sono rimasti fedeli ai loro principi e in nome della libertà di espressione. Mancano due giorni a Natale e sono orgoglioso di essere americano», ha dichiarato il CEO di Alamo Drafthouse Tim League, congratulandosi con la Sony. In protesta all’annuncio del ritiro del film, Alamo Drafthouse aveva cercato di mettere in cartellone Team America: World Police, un’altra commedia satirica incentrata sul governo della Corea del Nord, ma la Paramount aveva rifiutato di accordare il permesso per la proiezione. «La gente ha parlato! La libertà è prevalsa! La Sony non si è arresa! The Interview sarà presentato in qualunque cinema desideri proiettarlo il giorno di Natale», era il tweet del regista e coprotagonista del film Seth Rogen. «Vittoria!!! Salvati dal popolo e dal presidente», gioiva via Twitter anche il coprotagonista, James Franco.

Nonostante il CEO della Sony, Michael Lynton, abbia dichiarato a CNN che lo studio non aveva mai pensato di «seppellire» il film, è chiaro a tutti che senza l’intervento di Barack Obama le cose sarebbero andate molto diversamente. Nella sua conferenza stampa di fine d’anno, Obama aveva infatti duramente condannato il ritiro del film, definendo la scelta della Sony «un errore» e rammaricandosi che lo studio avesse agito senza consultarsi con il governo. «Il presidente applaude la decisione della Sony di autorizzare la proiezione del film» ha dichiarato un portavoce di Obama (attualmente in vacanza alle Hawai).

E, in effetti la decisione dello Studio, attaccata da moltissimi esponenti del mondo dello spettacolo, da organizzazioni di scrittori, esercenti e persino dal National Republican Commiteee, si è ben presto rivelata molto impopolare anche presso il grande pubblico. Secondo un sondaggio di CNN, 6 su 10 americani pensano che ritirare il film in risposta alle minacce degli hacker era una reazione esagerata. Ieri mattina a New York, il Threehouse Theater aveva annunciato, per sabato, un reading pubblico (della sceneggiatura) di The Interview, che sarebbe stato interpretato dai membri della popolare troupe d’improvvisazione Upward Citizien Brigade.
Non ci sono state reazioni immediate dai portavoce della grosse catene nazionali di mutiplex che, dopo le minacce degli hacker, avevano cancellato i booking del film.

Un grosso successo di pubblico del primo week end (molto probabile data l’attesa che a questo punto si è creata) potrebbe fare cambiare idea anche a loro. Non è invece confermato se, come annunciato su qualche sito, The Interview sarà messo a disposizione immediatamente anche in Video on Demand. Se lo Studio facesse quella scelta, i multiplex sarebbero molto probabilmente tagliati fuori dall’uscita.