8 Emmy Awards e 2 Golden Globe, un successo oltre le aspettative per The Handmaid’s Tale, la trasposizione televisiva targata Mgm Television ispirata all’omonimo romanzo di Margaret Atwood, che torna in anteprima esclusiva per l’Italia su Timvision da domani a meno di 24 ore dalla messa in onda negli Stati uniti su Holu, con una seconda stagione composta da tredici episodi. Una produzione diventata cult, e che è sembrata a molti anche una sorta di risposta all’insediamento dell’amministrazione Trump con la sua rappresentazione del fanatismo religioso.

Al centro degli eventi della seconda stagione la gravidanza di Difred (Elisabeth Moss) e la volontà di proteggere il suo bambino dalle atrocità del regime di Gilead, lo Stato totalitario, militarizzato e misogino che ha trasformato le donne in oggetti di proprietà del regime, privandole di qualsiasi diritto. Nella presentazione avvenuta a Los Angeles, Moss – che ha anche vinto un Emmy e un Golden Globe come «Miglior attrice protagonista in una serie drammatica» per la sua interpretazione, spiega che: «Il bambino che cresce dentro Difred è una bomba a orologeria. Avere un figlio è una cosa stupenda, ma lei sa che sarebbe costretto a vivere in un mondo orribile, che le sarà portato via, che non potrà essere sua madre».

Gli inevitabili affondi sul tema delle molestie e il caso Weinstein, sono stati sottolineati dal produttore esecutivo della serie, Warren Littlefield: «Oggi viviamo in un mondo che precede quello immaginato con quello immaginario di Gilead. E questo fa paura. Tematicamente ci occupiamo di lotta per i diritti umani e per i diritti delle donne. Quindi in qualche modo ci sentiamo uniti a questi movimenti. Facciamo in qualche modo parte della resistenza».